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DOPO l’annuncio della visita a Cassano, comunicato dal vescovo Galantino (LEGGI), ora la Santa Sede ha reso nota anche la data del viaggio che porterà papa Francesco in Calabria. Il pontefice arriverà sabato 21 giugno, festa di san Luigi Gonzaga, patrono della gioventù.  

Bergoglio, aveva spiegato Galantino arriverà per «chiedere ancora scusa». Già nel dicembre scorso, infatti, Francesco aveva scritto ai fedeli della diocesi di Cassano per chiedere il «permesso» di attribuire al loro vescovo l’incarico di segretario generale Cei, che avrebbe di fatto limitato la sua presenza nel territorio. Ora la nomina, che in un primo tempo era “ad interim”, è stata prolungata fino al 2019.

La cittadina della provincia di Cosenza è poi il luogo nel quale si è consumata la tragedia di Cocò, il bimbo di tre anni brutalmente ucciso insieme al nonno e a una donna, forse per un regolamento di conti interno alla ‘ndrangheta e al quale Francesco aveva rivolto un pensiero a margine dell’Angelus del 26 gennaio. A Cassano ci fu un altro delitto la cui eco è arrivata fino a Bergoglio. Si tratta della morte di don Lazzaro Longobardi, il parroco di una contrada di Sibari ucciso, secondo le indagini, da un rumeno al quale offriva assistenza e dal quale aveva subito una richiesta estorsiva. «E’ un martire della carità», aveva detto Galantino, annunciando che avrebbe parlato di lui al Papa. «Se nonostante le tante forme di presenza religiosa – ha dichiatato oggi Galantino – la nostra terra è costretta a registrare ancora violenza, sopraffazione, corruzione e disagi di ogni genere, vuol dire che il modo in cui tutti, come Chiesa, viviamo, non tocca i bisogni veri e non incarna in maniera coerente il Vangelo». Da qui l’invito del presule a far propria la richiesta di scuse del Papa: «Anche noi, cari fedeli, vogliamo chiedere scusa, impegnandoci a correggere ciò che non va bene. Chiedere scusa ai poveri che sono accanto a noi, per averli lasciati soli e senza voce, continuando a sprecare personalmente e comunitariamente. Chiedere scusa ai non credenti o agli indifferenti se abbiamo continuato a proporre e a vivere la nostra religiosità senza chiederci se poteva avere un senso anche per loro. Chiedere scusa ai nostri ragazzi se abbiamo pensato con troppa facilità che bastassero le parole e abbiamo di fatto abdicato al dovere di essere esempi credibili per loro. Chiedere scusa ai nostri giovani se ci siamo accontentati di dire che essi sono il futuro della società ma ne abbiamo ignorato i bisogni reali e non abbiamo fatto niente per sostenere i loro sogni. Chiedere scusa al nostro territorio, spesso ridotto a luogo solo da sfruttare e da sfregiare, facendoci beffe di ogni forma di legalità, e non a luogo da far fruttificare per il bene comune»

Il viaggio di Bergoglio, ha comunque precisato il vescovo, era stato già deciso prima dei due fatti di cronaca che hanno insanguinato la città. Ancora non sono definiti, invece, i dettagli del programma.

Nel calendario comunicato stamattina dalla sala stampa vaticana c’è un altro appuntamento che risulta familiare ai calabresi. Il 5 luglio papa Francesco andrà infatti in Molise, nell’arcidiocesi di Campobasso-Bojano retta da monsignor Giancarlo Bregantini. Al presule che per anni ha guidato la comunità di Locri-Gerace, il pontefice nei giorni scorsi ha affidato le meditazioni per la Via Crucis del venerdì santo che sarà presieduta dallo stesso Francesco al Colosseo.

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