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CROTONE – Dopo una campagna esplorativa di due mesi, portata avanti da diversi gruppi speleologici calabresi, pugliesi e siciliani, le tre grotte di Verzino (Crotone) sono state congiunte. Rilevati i vari collegamenti fra esse, hanno dato uno sviluppo totale delle grotte di oltre 5 km, misura che fa balzare l’ormai sistema idro-carsico delle “Grave”, al primo posto delle grotte più lunghe della Calabria, spodestando il Sistema Grotte di Sant’Angelo di Cassano allo Ionio, lungo catastalmente 3.650 metri.

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Ma andiamo con ordine. Fra le più lunghe ed interessanti grotte che si aprono in Calabria vi è la cosiddetta Grava di Grubbo, la Risorgenza di Vallone Cufalo e l’Antro del Torchia, tutte ubicate in agro del comune di Verzino (Kr) e che si sviluppano interamente in rocce gesssose che rendono le cavità importanti anche a livello nazionale per la loro rarità. Solitamente sono sempre connesse, come nel caso della recente scoperta, a torrenti sotterranei perenni o stagionali. Insieme a tutte le altre numerose grotte presenti nell’Alto crotonese, fra i paesi di Caccuri, Castelsilano, Cerenzia e Verzino, sono stati oggetto d’interesse , fin dalla fine degli anni ‘80, da parte di speleologi provenienti da tutta Italia che, per decenni si sono impegnati sia nell’individuazione degli ingressi che nelle esplorazioni ma anche e soprattutto dal lato topografico. Se pur si sospettava che le tre dette grotte potevano far parte di un unico sistema idro-carsico, negli anni, a causa delle diverse tecniche esplorative e diversi metodi di rilevamento topografico, rispetto ad oggi, non era stato mai possibile trovare i collegamenti fra le tre grotte. «Gli oltre 5000 metri topografati nei mesi passati – riferisce lo speleologo Nino La Rocca –permettono anche di far balzare il Complesso Le Grave al primo posto fra le grotte più lunghe del Meridione e la seconda più lunga d’Italia».

Ma è scientificamente interessante conoscere come tecnicamente è stato possibile raggiungere il risultato. Eccone l’estrema sintesi che ci forniscono gli speleologi. Inizialmente, dopo aver forzato diversi e stretti sifoni (attivi e non) viene trovato il collegamento fra la Risorgenza di Vallone Cufalo e l’Antro del Torchia. Successivamente, dopo aver disostruito un sifone di sabbia presente ad un lato dell’Antro del Torchia e percorso quasi 300 metri di stretta e tortuosa galleria, viene trovato il collegamento con la Grava di Grubbo. Durante la prima parte del campo sono state anche effettuate delle ricerche bio-speleologiche.

I ricercatori dell’Università di Catania – Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali -, coordinati dal professore Rosario Grasso, hanno innanzitutto confermato, in una delle principali grotte, la presenza di una importante colonia mista di chirotteri (pipistrelli). Gli individui più numerosi appartengono alle specie Miniopterus schreibersii (Miniottero) e Myotis myotis velblythi (Vespertilio maggiore). In corrispondenza delle numerose micro immissioni di acqua solforosa e ferrosa scaturenti all’interno della maggior parte delle grotte, sono stati monitorati e campionati micro molluschi e una fauna ricca ancora tutta da identificare. Inoltre i campionamenti nei corsi d’acqua e nei diversi corpi idrici hanno permesso di raccogliere una ricca fauna di invertebrati (anellidi, nematodi, artropodi –crostacei-,etc.). Anche la fauna dei crostoni e dei differenti microhabitat delle cavità è risultata ricca e variegata e la componente faunistica monitorata (coleotteri, isopodi, etc.) è allo studio dei diversi specialisti. Infine, l’iniziativa è stata patrocinata, oltre che dal comune di Verzino, anche dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Calabria, dalla Federazione Speleologica Pugliese e dalla Società Speleologica Italiana.

GRUPPI SPELEOLOGICI AUTORI DELLA SCOPERTA: Gruppo Speleologico Le Grave di Verzino (KR), organizzatore dei vari campi; Gruppo Speleologico Sparviere di Alessandria del Carretto (CS); Gruppo Speleologico Cudinipuli di Cosenza (KR);Speleo Club Ibleo di Ragusa; Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico di Lecce; Centro Ricerche Carsiche di Altamura (Bari); Centro Speleologico dell’Alto Salento di Martina Franca (Taranto); Centro Ricerche Carsiche di Putignano (BA); Club Alpino Italiano di Verbicaro (CS).

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