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COSENZA – Un botta e risposta tra due opposte fazioni politiche accende il dibattito sulle ricerche del tesoro di Alarico. Da una parte il Pse, gruppo d’opposizione al Comune di Cosenza, porta a conoscenza che la Soprintendenza ai beni archeologici della Calabria avrebbe imposto lo stop ai lavori in corso alla confluenza dei fiumi Crati e Busento. Dopo qualche ora la risposta dalla Provincia di Cosenza che spiega che in realtà, al momento, sarebbero in corso solo lavori di bonifica e di pulizia degli argini del fiume.

I PRIMI RILIEVI CON UN DRONE: LEGGI

Andiamo con ordine: il blocco – scrivono dal Pse – non è legato direttamente alla campagna di ricerca della sepoltura del re dei Goti, ancora lontana dall’avvio concreto di scavi per i quali serve una concessione ministeriale che il Comune non ha, ma ad innescarlo a quanto pare è sempre un’autorizzazione mancante. La Provincia, che ha avviato i lavori sui fiumi, non avrebbe chiesto il parere della Soprintendenza ai beni archeologici.

IL VIDEO: PRIMI RILIEVI ALLA RICERCA DEL TESORO

«Se la notizia dovesse trovare conferma – scrive il Pse – dimostrerebbe il vero carattere di una Amministrazione che autorizza una campagna di scavi senza essere autorizzata e senza avere i permessi previsti, come se stesse scavando nel giardino di casa. Acquisita l’inattendibilità scientifica di tutta l’operazione messa in piedi da Occhiuto e dal suo nuovo consigliere per l’archeologia, Edward Luttwak – dalla Casa Bianca a Palazzo dei Bruzi alla ricerca di un fantomatico tesoro (sic) – il fermo dei lavori sugli argini dei fiumi dimostra, ancora una volta, quanto la giunta comunale sia distratta, colpevole e indifferente difronte alle regole e agli iter autorizzativi e burocratici che tutte le pubbliche amministrazioni (compresa quella di Cosenza) hanno il dovere di seguire e di rispettare».

Tempo qualche ora ed ecco il comunicato della Provincia: “Nessuno scavo archeologico e nessuna indagine invasiva sul fiume Crati – si legge – i rilievi effettuati sull’alveo del fiume Crati e sul Busento, nei giorni scorsi, erano, come più volte sottolineato, del tutto non invasivi. Altra cosa erano i lavori di bonifica che la Provincia, già da diversi giorni e con tutte le autorizzazioni, stava effettuando proprio a tutela del fiume e del suo ambiente. La campagna di scavi per Alarico sarà infatti debitamente pianificata, solo in presenza di indizi reali e, naturalmente, non sarà avviata prima di aver richiesto tutte le autorizzazioni necessarie.
Un enorme malinteso, dunque, creato da chi ha deciso di agire in malafede e presentare una denuncia senza minimamente documentarsi su quello che stava accadendo”.

Sulla vicenda gli uffici tecnici della Provincia hanno comunque inviato una comunicazione alla Soprintendenza per chiarire la questione.

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