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COSENZA – Ali Mohammadhosseini, l’ingegnere chimico iraniano che ha vinto l’edizione 2015 della Start Cup Calabria con un innovativo sistema per ridurre la plastica destinata alle discariche e convertire il pet in materiale riutilizzabile, si è specializzato a Marsiglia e lì ha fatto il dottorato di ricerca. Ha lasciato la Francia per la Calabria per seguire la moglie, che fa il dottorato all’Unical, e qui con l’amico e collega Sasan Momtazi ha scoperto l’ambiente ideale per trasformare l’idea innovativa su cui insieme stavano lavorando in un’impresa. La storia di Ali e di Zeropet è forse il modo migliore per raccontare quello che il Liaison Office dell’Università della Calabria dal 2003 e l’incubatore Technest dal 2010 hanno costruito.

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«La prima edizione della Start Cup Calabria risale al 2009. Fu un’intuizione del professor Riccardo Barberi. A sei anni di distanza, grazie al lavoro dei delegati Barberi e Roberto Musmanno e dei rettori, Giovanni Latorre e Gino Crisci, siamo diventati un modello attrattivo» commenta Giuseppe Passarino, attuale delegato alla ricerca e al trasferimento tecnologico dell’Unical che si prepara ad ospitare, il 3 e il 4 dicembre, il Premio Nazionale per l’Innovazione, la “finalissima” tra le migliori idee d’impresa selezionate nel corso dell’anno dalle Start Cup regionali.

«Ospitare il Pni è un’occasione prestigiosa e un punto d’arrivo. I nostri numeri testimoniano la crescita compiuta in questi anni: circa 70 brevetti di proprietà dell’Unical, un centinaio quelli depositati, 35 spin off dell’ateneo più quattro in formazione, 11 startup incubate in Technest, che hanno ottenuto riconoscimenti prestigiosi e intercettato investimenti in molti casi importanti. Dietro questi numeri c’è una struttura e un know how ormai consolidati che attirano startupper e investitori. Questo punto d’arrivo, però, va ora considerato un nuovo punto di partenza».

Con quale obiettivo?

«L’innovazione è uno dei pochi settori in cui la Calabria sta dimostrando di non essere fanalino di coda. Ora vogliamo che il territorio e il settore produttivo regionale diventino consapevoli dei vantaggi che derivano dall’innovare. Le piccole e medie industrie troppo spesso non innovano e si accontentano della loro nicchia, senza rendersi conto che così perdono quote di mercato. Per questo vogliamo che l’appuntamento del 3 e 4 dicembre non resti un evento “chiuso” ma possa attirare un vasto pubblico. Oltre alla vetrina delle migliori idee d’impresa innovative d’Italia, ci saranno momenti di dibattito e confronto in cui si spiegheranno anche i vantaggi, da un punto di vista industriale ma anche fiscale, dell’innovazione».

Dopo sette edizioni della Start Cup Calabria dalla regione non si registrano segnali d’interesse?

«Qualcosa comincia a vedersi. Abbiamo da poco firmato un accordo con Confindustria Calabria: alle nostre startup offrirà percorsi di mentorship, restando sempre aggiornata sulle innovazioni prodotte. E c’è interesse anche da parte di Confapi e Legacoop. Registriamo anche i primi contatti con le aziende calabresi. Alcune ad esempio sono interessate ai prodotti e ai servizi di Dlvsystem, spin off nato dal lavoro di ricerca dell’Unical nell’ambito dell’Intelligenza artificiale. E parliamo di sistemi ideati all’Unical e utilizzati già da Nasa e Cern. In generale, in Calabria mancano i partner industriali per i nostri startupper. In Lombardia, chi ha un’idea innovativa da proporre bussa direttamente alla grande azienda. In Calabria l’università ha colmato questo vuoto e negli ultimi tre anni lo ha fatto insieme a Calabria Innova, con cui stiamo collaborando molto bene. Confidiamo nella prosecuzione di questa esperienza».

La mancanza di infrastrutture di collegamento efficienti è un limite per questa regione. Incide meno per startup che possono avere la propria sede in Calabria e condurre il resto della propria attività in rete?

«Per molte startup è un vantaggio enorme. Artémat, il nostro spin off che si occupa di business game, ha da poco chiuso un accordo con il Giappone restando nel proprio ufficio di Cosenza. Ma non vale per tutti».

Può valere insomma per chi innova nell’Ict. Molte startup dell’Unical provengono da lì.

«Sì, ma ora nuove idee arrivano anche nel settore industriale e dall’area sociale e umanistica. La vincitrice della Start Cup 2014, Gel oil, era del settore Agrifood. E la sua storia, che è quella di una startup tutta al femminile, conferma quanto l’Unical ancora oggi possa rappresentare un punto di svolta straordinario per le donne calabresi».

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