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COSENZA – Una giornata dedicata ai pionieri dell’hackeraggio nell’ambito di una rassegna intitolata a Ada Byron Lovelace, la prima programmatrice della storia, una figura romantica e misteriosa proprio come gli hacker. Dei dell’informatica per alcuni, pirati da scovare per le forze dell’ordine. I pionieri del genere hanno fatto la storia. 

Se ne parlerà sabato 8 novembre 2014 al Museo Interattivo di Archeologia Informatica (MIAI) di Cosenza alle ore 18:00. Dopo un’introduzione su Il VAX 11/780 e l’ex Centro di Calcolo dell’UniCal, con seminario a cura del prof. Renato Guzzardi, alle 18:45 si ricorderanno I Fantasmi del CED – storie di hacking dagli anni ’80, seminario a cura di Gabriele “Asbesto” Zaverioe del Museo dell’Informatica Funzionante (MusIF) di Palazzlo Acreide (Sr). 

Il Museo interattivo di Archeologia informatica di Cosenza, un luogo affascinante e ricco di macchine informatiche degli ultimi trent’anni, è attualmente ospitato dall’associazione Verde Binario in un deposito in via Accattatis 4 a Cosenza, ma a breve potrebbe trovare una collocazione più dignitosa in uno spazio che l’Università della Calabria potrebbe mettere a disposizione già dal prossimo anno. 

Durante la visita, prima e dopo i seminari, gli ospiti potranno visitare l’esposizione permanente di computer storici, ma anche interagire con le apparecchiature esposte, divertendosi con i vecchi videochiochi da Pacman al Vic 20, all’Atari, e sperimentare il vecchio software di una volta. Un tuffo nel passato recente, quando l’informatica muoveva i primi passi e gli ingombranti computer si facevano spazio nelle nostre vite.

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