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La Biblioteca civica di Cosenza

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COSENZA – Il sequestro delle sale del chiostro di Santa Chiara rischia di essere solo la punta dell’iceberg nella crisi che ormai da anni investe la Biblioteca Civica di Cosenza, inestimabile patrimonio storico della città. Stretta tra creditori che avanzano e l’impossibilità del CdA, privo di presidente, di operare la Civica davanti a sé non ha rosee prospettive. Perché il Comune di Cosenza si è dichiarato sì disposto ad acquisire il chiostro dal demanio e a garantire il pagamento degli stipendi dei sei ultimi dipendenti rimasti, ma il problema riguarda la mole di debiti accumulati dalla Civica in questi anni. E il dibattito, com’è facile immaginare, è acceso.

Il Pd, con il consigliere comunale Bianca Rende, accusa l’amministrazione di aver trascurato la Biblioteca. «Sono state formulate dal Pd proposte concrete e ben definite per la salvaguardia ed il rilancio di una delle istituzioni culturali più prestigiose del Mezzogiorno. Noi abbiamo avanzato un progetto di rilancio che supera l’attuale Statuto, prevede di ampliare il partenariato, partendo dagli attuali enti locali, ma coinvolgendo UniCal e altri comuni, presuppone di chiamare la Regione Calabria ad un ruolo di maggiore responsabilità e di attivare una nuova progettualità, anche europea, per provvedere innanzitutto alla digitalizzazione del catalogo ed al ripopolamento librario e umano delle sue mirabili sale. Su un’ipotesi del genere non sarebbe difficile registrare l’interesse della fondazione Carical».

Il sindaco, ricostruisce Rende, in Consiglio ha parlato molto chiaramente di percorso di «municipalizzazione» e nel frattempo «il contributo del Comune di Cosenza è diminuito, di ben 250mila euro annui mentre altre istituzioni culturali, decisamente meno prestigiose, quasi in contemporanea, si sono viste riconoscere un contributo di ben 200mila euro – scrive il consigliere Pd – Questi sono i fatti. Le altre sono chiacchiere e demagogia allo stato puro». In maggioranza interviene il consigliere di Forza Italia, Carmelo Salerno.

«Il Comune di Cosenza ha sempre pagato la sua quota relativamente alla Biblioteca, ma l’ibrido istituzionale che la pone sotto  la gestione dell’Accademia e con la partecipazione della Provincia 8ente che oggi non ha più le deleghe, ndr) ha finora prodotto solo caos – dice Salerno – Oggi bisogna pensare ad  un utilizzo della cultura che sia anche redditizia e su questo  il Ministero dei Beni culturali  deve dare risposte». «Sconcertati» si dicono gli attivisti di “Cosenza in Comune”, che raccolgono l’appello lanciato sui social da Antonio Curcio, presidente dell’Associazione delle Biblioteche – sezione Calabria.

«Tocca adesso alla politica – scrive Curcio – rilanciare l’ente: al Comune e alla Provincia di Cosenza ripristinando il contributo agli importi del 2009, facendo funzionare il CdA, fornendo alla direzione atti di indirizzo per il rilancio dell’ente; alla Regione Calabria ripristinando il finanziamento della legge 26 del 95 e consentendo l’accesso anche diretto a risorse di bilancio». C’è infine chi, dai banchi della maggioranza comunale, invoca le denunce. «Credo che il Comune di Cosenza debba agire in sede risarcitoria contro i soggetti istituzionali coinvolti nella gestione per danni provocati alla biblioteca civica» scrive sui social il consigliere comunale Sergio Del Giudice.

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