X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

È TOCCATO a monsignor Salvatore Nunnari il compito di presiedere la messa di stamattina con i cardinali e gli arcivescovi che compongono il Consiglio permanente della Cei. E dal presule reggino che guida la diocesi di Cosenza-Bisignano è arrivata un’esortazione: siamo qui, ha detto durante l’omelia per «portare noi e aiutare la Chiesa italiana a portare frutti generosi di opere buone». Un risultato che, ha precisato, si può ottenere solo se si riesce a «respirare la bellezza di Dio e a sentirsi sostenuti dalla sua potenza».

La cerimonia, trasmessa in diretta da Roma dall’emittente Tv2000 sul canale 28 del digitale terrestre, ha aperto alle 8 e 30 la terza giornata di lavori dell’organo di rappresentanza dei vescovi italiani composto dai presidenti delle conferenze episcopali regionali oltre all’ufficio di presidenza dell’episcopato italiano, costituito dal presidente Bagnasco, dai tre vicepresidenti e dal segretario generale. Proprio in quest’ultimo ruolo ha fatto il suo esordio un altro presule della Calabria, il vescovo di Cassano Nunzio Galantino. 

Anche per Nunnari è la prima esperienza nella veste di presidente della Conferenza episcopale calabra, dopo l’elezione avvenuta nell’autunno scorso. l pastore dell’arcidiocesi di Cosenza è stato chiamato a pronunciare l’omelia stamattina davanti agli altri 30 alti prelati che in questi giorni stanno discutendo delle riforme ispirate da papa Francesco allo statuto della Cei. La più importante riguarda la nomina della presidenza che il pontefice vorrebbe rimandare ai vescovi. 

«Dio vuole una cosa e sceglie lui chi la deve costruire» ha detto Nunnari nell’omelia, citando il brano della Bibbia nel quale Dio annuncia a Davide la volontà di far costruire il tempio. Poi, parlando dei compiti dell’episcopato, l’arcivescovo di Cosenza ha elencato i problemi con i quali ci si confronta ogni giorno e ha nominato i disastri ambientali, la criminalità organizzata, una politica non sempre attenta ai bisogni della gente, la crisi economica. E accanto ad essi, il relativismo e gli scenari nei quali «i giovani rischiano di vedersi imporre il pensiero dominante». Sono tutti questi, ha detto Nunnari, gli aspetti che «feriscono il cuore della gente».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE