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L'esterno della Catasta

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HANS e Katharina, superaccessoriati ciclisti bavaresi di Ebern, stanno per riprendere la SP 263 alla volta di Altomonte. Seguono il tracciato della Ciclovia dei Parchi e la sosta ha consentito un pieno di conoscenze sul patrimonio naturalistico del Pollino. Sono entusiasti: hanno potuto pure gustare squisiti piatti tipici a base di legumi, ortaggi e prodotti caseari.

Sì, perché la Catasta di Campotenese (a due minuti dallo svincolo dell’A2) consente anche pit stop che valorizzano a dovere le tradizioni enogastronomiche locali. È infatti anche trattoria, ghiotta trattoria l’iconico edificio evocativo d’una catasta di legno, nato dalla matita di Mario Cucinella, allievo di Renzo Piano e considerato l’archi-star dell’ecosostenibilità. Oltre a essere un polifunzionale luogo di accoglienza, centro informazioni, biblioteca, bookshop, infopoint curato dalle Guide Ufficiali del Parco, “vetrina” delle associazioni turistiche, spazio espositivo e culturale.

Insomma: un “Beaubourg” naturalistico a disposizione di visitatori e turisti (prossimamente anche con servizi di assistenza dedicati ai cicloturisti). La trattoria, minimalista nel look quanto opulenta nelle portate, ha il profilo calabro-lucano. Lo ritrovi nitido al primo impatto, lieto e propizio. Serbo memoria d’un brioso choc gustativo: nei secchielli e nei calici “girano” fragranti bianchi e fruttatissimi rossi e rosati (del versante calabro) e sui taglieri sfila una sarabanda di calde bruschette, affettati, scaglie di pecorini, caciocavalli e tomini lucani…

Ha radici forti e antiche anche la proposta dei primi: Raschiateddi al sugo di carne, callosi a dovere, spaghetti aglio-olio-peperoni cruschi, deliziose zuppe di fagioli Poverelli e miste (lenticchie, ceci del territorio). Imprescindibili, ai secondi, salsiccia e patate e il baccalà coi cruschi che ho accompagnato col superbo Pollino 2016 Doc TdC di Giuseppe Calabrese. Un purpureo magliocco in purezza da vigneti ad alberello, denso, fresco, morbido e ricco di profumi di confettura di amarene col quale ho gustato pure gli squisiti bocconotti del dessert.

gfmanfredi@tim.it

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