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COSENZA – «Và coglia ‘riganu ara scisa i Paola (vai a raccogliere origano alla discesa che porta verso Paola, ndr)». È questa la battuta che dal prossimo 24 febbraio sentiremo spesso e volentieri ripetere ai giudici di “MasterCinghios”, il primo reality calabrese che, anche in chiave parodistica, mette al centro le eccellenze enogastronomiche nel nostro territorio. Parola di Domenico Galiano che, insieme al fratello Marco, a Valentino Andrioli e a Daniele Caputo, è componente di “CinghiosGroup”, da cui naturalmente nasce l’idea di realizzare la webserie, e che, considerando gli oltre 150mila seguaci su Facebook e i circa 60mila follower su Instagram, non ha affatto bisogno di presentazioni.

Il gruppo di cosentini, classe compresa tra il 1984 e il 1990, attivo da oltre vent’anni nell’etere, fa, infatti, scuola coi suoi video comici in cui il virus del buonumore – tramite il doppiaggio in dialetto e l’uso di termini legati al gergo e allo slang popolare – prende il sopravvento e in cui sì, si può ridere amaramente di tutte quelle storture che a volte caratterizzano luoghi e persone (autoctoni).

«In onda su tutti i nostri canali social, “MasterCinghios”, reality di sei puntate (già registrate, ndr), è una cosa seria – spiega a questo giornale Domenico Galiano –. Ci sono ben dodici concorrenti, dai 20 ai 70 anni, che, in tre diverse occasioni, si sfideranno a suon di arte culinaria. A giudicarli – prosegue Galiano – lo chef Roberto Spizzirri della Maccaroni Chef Academy di Corrado Rossi e, ovviamente, noi Cinghios che, al contrario del professionista che ci accompagna lungo questo percorso, ricopriamo un po’ la parte comica del programma, il cui senso comunque è davvero dare risalto alle materie prime e ai prodotti a chilometro zero della Calabria».

Dalla cipolla rossa di Tropea, passando per particolari tipi di pane, fino alla pasta fatta in casa e, chissà se, magari per una sorta di campanilismo, arrivando anche al cinghiale, la webserie – girata negli spazi della già citata Maccaroni Chef Academy, diretta da Lucio Didona e prodotta da Ivan Greco di Pubbliora – ricalca, pertanto, la trasmissione di grande successo da cui in parte prende il nome.

Così se in “Masterchef” il giudice senza peli sulla lingua e dal «Vuoi che muoro?» facile e a portata di fornello era Joe Bastianich, ci si chiede adesso chi, tra i Cinghios, possa essere ugualmente intransigente. «Tutti e quattro – precisa, a tal proposito, Galiano –; infatti dei concorrenti apprezziamo il coraggio e il fatto di essersi messi in gioco, accettando le nostre “critiche”, i nostri, per l’appunto, “va coglia riganu”».

Grande la trepidazione degli spettatori e di tutti i calabresi che, dunque, attendono con ansia la pubblicazione su Facebook, Instagram, Youtube e TikTok della prima puntata di “MasterCinghios”. Rilasciatone, nei giorni scorsi, il promo, la parola “croccante” – che è un po’ lo slogan che accompagnerà il reality – sta, d’altronde, spopolando di post in post: 110mila le visualizzazioni ottenute.

«Crediamo – dice ancora Domenico Galiano – di aver fatto un buon lavoro ed è già in cantiere la seconda stagione della webserie, attraverso la quale vogliamo perfezionarci e, ad esempio, effettuare dei veri e propri casting per i nostri concorrenti. Noi, del resto – aggiunge –, tendiamo sempre a strutturarci meglio: basti pensare che “CinghiosGroup” è nato quando gli smartphone ancora non esistevamo e piano piano ci siamo adeguati agli sviluppi tecnologici».

In due decenni, insomma, i componenti della crew – ciascuno una professione diversa (c’è chi è commerciante, chi lavora in uno studio d’ingegneria e chi gestisce un bar in centro città) – sono assai cresciuti. E da video di successo come il doppiaggio in cosentino di “Temptation Island”, dei “Soliti ignoti” e, persino, del chiacchierato cortometraggio sulla Calabria di Gabriele Muccino («Il lavoro che ha riscosso più like è stato tuttavia quello sui vaccini», dice Galiano), si trovano oggi dinnanzi a una nuova esilarante sfida. Come sarà? «Che dire – risponde Domenico Galiano – Sarà croccande, con la “d”».

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