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Ernesto Orrico, Iris Balzano e Fabio Vincenzi durante la conferenza stampa

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Un testo proposto da 27 compagnie del territorio rimane da circa un mese senza risposta. E stanno per scadere i termini per accedere ai benefici previsti dalla normativa esistente, definita troppo penalizzante

COSENZA – Una corsa contro il tempo. Una matassa non proprio semplicissima da sbrogliare. Il mondo del teatro calabrese si siede al tavolo con chi governa e proprio quando sembrava avere in mano una legge che appianasse ostacoli e superasse vincoli definiti troppi stringenti, è costretto a sbattere il muso contro il muro della burocrazia, i suoi tempi e le sue regole. Una conferenza stampa, ieri mattina, convocata al teatro dell’Acquario a Cosenza per lanciare un messaggio al mondo politico, un appello a superare pigrizie tecniche e politiche e arrivare a una conclusione che il mondo dei teatranti sta aspettando da ormai troppo tempo. Il teatro in Calabria, o almeno, il sistema dei finanziamento pubblico del teatro in Calabria, è regolato da una legge del 2004, la Legge 3, scritta dall’allora assessore regionale alla Cultura Sandro Principe della Giunta guidata da Agazio Loiero. Una legge superata dagli anni e da quella che è stata la crisi economica – è stato spiegato ieri – e che comunque è estremamente severa nei confronti del settore: solo cinque sono le compagnie in Calabria che finora hanno potuto accedere ai benefici previsti. Sono Teatro dell’Acquario, Scena Nuda, Scena Verticale, Rossosimona e il Centro Teatrale Meridionale di Rizziconi.

Dopo dodici anni, però, è tempo di cambiare e l’urgenza ha coinvolto praticamente tutto il settore: 27 compagnie – comprese le cinque finora finanziate – hanno chiesto a gran voce di voltare pagina, hanno scelto dei referenti (Fabio Vincenzi, Settimio Pisani, Claudio Rombolà ed Emanuela Bianchi) «che per la prima volta nella storia – ha raccontato ieri Fabio Vincenzi – sono stati ricevuti da un presidente regionale. Non era mai successo. Così come non era mai successo che tutte queste compagnie si ritrovassero unite e concordi su un progetto unitario come questo, che serve per il presente ma soprattutto per il futuro. Teatranti, ci tengo a sottolinearlo, che hanno superato campanilismi e convinzioni stantie in nome dell’unità».

VIDEO – FABIO VINCENZI E LA NUOVA PROPOSTA DI LEGGE

Gli incontri tra il teatro calabrese e Oliverio sono stati due: il primo a ottobre 2015, il secondo il 14 settembre scorso alla Cittadella Regionale. In questa ultima circostanza i referenti avevano sotto il braccio una proposta di legge che superasse la Legge 3 e che, articolo per articolo, è stata illustrata ad Oliverio, per l’occasione accompagnato dal dirigente del settore Turismo e Cultura, Pasquale Anastasi e dal responsabile amministrativo Salvatore Bullotta. Alla necessità emersa di apporre alcune modifiche, i teatranti si sono tutti riuniti a Lamezia il 23 settembre, nella sede di TeatroP, ed è venuta fuori una proposta di legge di sedici articoli che attualmente giace in qualche ufficio di Germaneto.

E qui sta il problema: «La legge deve essere ancora discussa in consiglio regionale – hanno spiegato ieri Ernesto Orrico e Iris Balzano – e dopo una sua eventuale approvazione ci sono altri sessanta giorni per fare i decreti attuativi. Ma da quando abbiamo inviato questa proposta alla Regione, ed è passato più di un mese, non abbiamo avuto più nessun segnale». E la legge attualmente in vigore prevede per il 31 ottobre la scadenza del termine per accedere ai fondi previsti. «Chiediamo alla Regione un segnale – è stata la conclusione di Vincenzi – e il segnale potrebbe essere lo slittamento di questo termine in attesa della discussione della legge nuova. Sarebbe una speranza non da poco per le compagnie calabresi».

LA LEGGE. Tra le novità importanti introdotte dal nuovo progetto di legge c’è l’abbassamento dei requisiti per le compagnie in fase di start up e l’istituzione dell’albo regionale del teatro. L’obiettivo complessivo è duplice: tutelare la produzione e la creazione di alcuni ambiti che permettano ad arrivare a un vero e proprio sistema teatrale regionale della Calabria.

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