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Il testo di Vincenzo Ziccarelli per la regia di Adriana Toman fa parte del cartellone della stagione di prosa

COSENZA – Venerdì 30 dicembre, alle ore 20.30, sul palco del Teatro A. Rendano, torna in scena l’opera dell’indimenticato drammaturgo calabrese Vincenzo Zicarelli “Francesco e il Re”, per la regia di Adriana Toman con la compagnia “L’Arciere”. Un cast di talentuosi attori calabresi farà rivivire la figura di San Francesco di Paola alla Corte del re di Francia.

Un dramma storico avvincente. Lo scontro tra l’utopia e il potere, tra il meraviglioso sogno del taumaturgo paolano e la infelice realtà del sovrano di Francia. In scena Giovanni Turco, Marco Silani, Paolo Mauro, Francesco Aiello, Alessandra Chiarello, Francesco Rizzo, Antonio Conti e Natale Filice.

VIDEO – INTERVISTA ALLA REGISTA ADRIANA TOMAN

Francesco è un uomo tenace, determinato, concreto e temprato, il santo in cui ogni calabrese si riconosce. Re Luigi XI è un’abile stratega, capace di avere visoni e intuizioni politiche che ne hanno fatto un grande sovrano. L’uno incarna il sogno utopico della religione cristiana e l’altro le necessità pratiche di chi è tenuto a governare un paese senza potersi fare tanti scrupoli. Il re, dopo aver ben governato e resa forte la Francia, non si rassegna a lasciarsi consumare dalla malattia e invoca l’intervento di Francesco di Paola, già noto per le sue doti taumaturgiche.

Il pensiero laico di Ziccarelli analizza la figura di Francesco alla luce di un valore intrinseco della persona per le azioni, al di là del misticismo, presunti miracoli e dichiarazioni di santità.

La Toman, lavorando sulla struttura del testo per snellire l’alternanza di quadri scenici, costruisce lo spazio scenico come una scatola nera, sospesa nello spazio e nel tempo. Sono i personaggi che con i rispettivi ruoli suggeriscono le architetture intorno a sé.

La compagnia “L’Arciere” nasce nel 1998 per volontà dell’attore e regista Marco Silani. L’associazione nasce come compagnia amatoriale, e si iscrive alla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatoriale) riuscendo negli anni ad avere diversi riconoscimenti e premi nazionali all’interno della stessa federazione. Nel corso degli anni la compagnia riesce a formare diversi attori che oggi collaborano come attori professionisti in diverse realtà calabresi, nonché maestranze come tecnici, costumisti e scenografi. Dal 2012 la compagnia cambia registro e comincia a lavorare in maniera professionale, e con alcuni lavori supera il confine calabrese facendo spettacoli a Roma e a Milano. Tra i lavori più importanti “La confessione”, un primo lavoro su una trilogia dedicata a Gioacchino da Fiore, “Mio cognato Mastrovacnich”, ambientato sul campo di concentramento di Ferramonti, e “Francesco e il Re” che in occasione del seicentenario della nascita del Santo calabrese, racconta del viaggio del taumaturgo verso la Francia alla corte di Luigi XI.

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