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Stefano Tacconi con la famiglia a Villapiana

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ALLA VERSILIA o alle spiagge romagnole, la famiglia Tacconi, indimenticato pipelet della Juve e della Nazionale, preferisce le sponde calabresi dello Jonio cosentino. A Cesenatico, Stefano Tacconi manda il primogenito Andrea che forse avrebbe preferito una vacanza in Calabria, ma che un albergo preso in gestione, gli impone la Romagna, «per una buona esperienza lavorativa», come dice il papà. Stefano Tacconi da anni ormai viene in vacanza a Villapiana Scalo, con la moglie, ex modella, Laura Speranza e i figli Virginia, Alberto e Vittoria. Anche quest’anno, a Villapiana ha festeggiato il compleanno delle due figlie, nate entrambe ad agosto, mentre i maschi sono nati a luglio. E’ durante i festeggiamenti per i 17 anni di Virginia e per i 13 anni di Vittoria, che incontriamo Stefano.

La prima domanda che ci viene da fargli, è da dove nasce l’idea di vacanza in Calabria.
«Ho cominciato un po’ di anni fa con Mario Vacca in un villaggio: ho cominciato a conoscere delle persone, diventati amici e da li è nata la passione per la Calabria e Villapiana. Oggi, quando si parte per la Calabria tutta la figlia urla hurrà. Anche i figli hanno tanti amici ed è importante anche per loro venire qui».

Appese le scarpette al chiodo, ha preso un diploma da cuoco. Lo ha messo a frutto?
«Sì sì, con mio figlio abbiamo una cantina di vini particolare e buona, in Piemonte, ad Alba, e adesso stiamo preparando un’enoteca-pub a Milano e da li cominciamo una nuova avventura».

Parliamo di calcio. Si dice che lei voglia acquisire il Novara, in serie D. Che c’è di vero?
«C’è stato un approccio, ma è stato acquisito da uno che ha più soldi. Con tanti soldi in più non si fanno affari. Ci vuole anche gente che sia capace e competente. Comunque, con i miei soci stiamo cercando varie squadre e prima o poi la troveremo».

Lei è l’unico portiere che detiene il record di aver vinto tutte le coppe europee e quella italiana. Dalla Coppa delle Coppe, alla Supercoppa Uefa, alla Coppa dei campioni, alla Coppa Intercontinentale e alla Uefa. Non teme di perdere questo prestigioso record?
«Impossibile, perché la Coppa delle Coppe non c’è più e allora rimango unico al mondo».

Prima di campionato e mezzo flop della Juve, sua squadra del cuore. Ci fa un pronostico per lo scudetto?
«Sempre tifoso della Juventus. Quello di Udine ritengo sia un incidente di percorso che può capitare a tutti. Io penso che solo a gennaio, al giro di boa del campionato, si possa azzardare un pronostico. Io non ne ho mai fatto e mai ne farò. Tra l’altro, il calcio italiano è imprevedibile e, per questo, è anche bello».

Il calcio italiano è il più difficile?
«Penso di sì perché è un calcio diverso. In Inghilterra, Germania, Spagna, ci sono quattro squadre; in Italia per fortuna ci sono dieci squadre che possono competere per lo scudetto: Juventus, Inter, Milan, Napoli, Roma ambiscono allo scudetto».

Dybala rimane alla Juve?
«Dybala è il capitano e poi è il futuro della Juve. E’ vero che c’è Cristiano Ronaldo ma per lui è l’ultimo anno alla Juve e il futuro è Dybala».

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