X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

FOSSATO SERRALTA – Franco Caligiuri non ce l’ha fatta, il suo cuore, tanto forte in questa ultima settimana, ha cessato di battere ieri notte alle tre presso il centro grandi ustionati “Bufalini” di Cesena, dove era stato trasferito nei giorni scorsi. Vittima insieme ad un amico, anche lui in condizioni critiche presso il centro grandi ustionati di Palermo, della tragica esplosione avvenuta lo scorso 13 giugno all’interno della fabbrica di cartucce di Martelletto (LEGGI) e di cui era il titolare, Caligiuri in questa settimana ha stupito tutti per la tenacia con la quale si è aggrappato alla vita. 

 
 
Ustionato per il 90% del corpo, un cedimento di notevoli dimensioni della parete addominale, con una grave insufficienza respiratoria mai regredita in questi giorni, tanto da essere, molto probabilmente, la causa del decesso, l’uomo, per giorni ha lottato come un leone contro quel tragico destino e contro un quadro clinico sempre rimasto estremamente critico che lasciava poche speranze ai suoi familiari. Gli stessi sanitari che lo hanno seguito con grande attenzione a Catanzaro prima ed a Cesena poi, si sono detti più volte stupiti della resistenza fisica di quel corpo piagato da una deflagrazione impressionante. I medici del centro grandi ustionati di Cesena stavano già cominciando ad ipotizzare l’eventualità, qualora le condizioni del paziente si fossero stabilizzate, a mirati interventi di ricostruzione della pelle devastata dallo scoppio del capannone di Martelletto, ma, il solo polmone funzionante, le gravi ustioni sulla gran parte del corpo e l’addome martoriato non hanno lasciato scampo a quest’uomo la cui tempra aveva lasciato stupefatto chi non aveva mai avuto modo di conoscerlo. 
 
Certo, perchè chi conosceva a fondo Franco Caligiuri non si sarà stupito più di tanto. E’ stato sempre un uomo dalla volontà d’acciaio Caligiuri. Un uomo dalle mille professioni ed una grande passione, la caccia, che, purtroppo, lo ha ripagato nella maniera più drammatica. Viveva praticamente da sempre a Fossato Serralta, pur essendo crotonese di nascita; sposato con cinque figli, per anni arruolato nella Marina Militare, si era congedato per occuparsi a tempo pieno di impianti di riscaldamento. Molto professionale e generoso ,aveva insegnato tutti i segreti di questo non facile mestiere ai tanti apprendisti che nel corso degli anni aveva preso a lavorare con se. Ma, ancora insoddisfatto, aveva nuovamente mollato una professione molto redditizia per dedicarsi in maniera totale alla caccia, suo grande amore. Aveva messo su quella fabbrica di cartucce, vi trascorreva molte ore al giorno e qui, un venerdi pomeriggio tragico, l’appuntamento con il destino. Sulla dinamica dell’esplosione ancora tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti, le ferite sul corpo dell’uomo potrebbero far supporre che avesse tra le braccia qualcosa che, per motivi ancora tutti da chiarire, è esplosa all’improvviso, sventrandolo ed ustionando in maniera irreversibile entrambe le mani. Accanto a lui è rimasto fino alla fine il secondogenito, residente in una città delle Marche; la moglie ed i figli più piccoli avevano tentato di raggiungere Cesena nelle scorse ore ma alla fine, i congiunti, li avevano convinti a desistere, a restare a casa in attesa di notizie confortanti. Che purtroppo non sono arrivate. Adesso, a Fossato Serralta,la comunità attende il ritorno della salma di Caligiuri per dargli l’ultimo saluto.
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE