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CATANZARO – Resta in carcere Pietro Iannazzo, considerato il presunto boss della cosca omonima, nell’ambito del procedimento sull’inchiesta calcioscommesse coordinato dalla Dda di Catanzaro. Ieri sera il gip ha deciso su alcuni degli indagati. 

Insieme a Iannazzo in carcere Mario Moxedano presidente del Neapolis calcio, l’ex dg del Monza e direttore “di fatto” della Pro Patria Mauro Ulizio, Raffaele Pietanza, considerato uno degli “investitori” pugliesi della combine tra Pro Patria e Pavia e il presunto scommettitore albanese Edmond Nerjaku. Ai domiciliari il ds del Neapolis Antonio Ciccarrone, il sovrintendente di Polizia, originario di Cosenza ma in servizio a Ravenna, Alberto Scarnà, il calciatore Adolfo Gerolino, Vincenzo Melillo, Marco Tosi, l’imprenditore Fabio Di Lauro, Massimo Cenni, Felice Bellini, Pasquale Izzo, Vincenzo Nucifora. Obbligo di firma, invece, per Ala Timosenco e Erikson Aruci. Rigettate alcune posizioni per Pietro Iannazzo, Riccardo Petrucci, Salvatore Maurizio Calidonna, Antonio Mazzei, Francesco Sergio Piemontese, Alessio Galantucci, Francesco Molino, Antonio Palermo, Antonio Flora, Giorgio Flora, Vito Morisco, Fgabrizio Maglia, Marco Guidone, Giacomo Ridolfi e Sebastiano La Ferla. Infine sono state cancellate le misure cautelari per Francesco Molino, il dirigente del Montalto Antonio Palermo (difeso dagli avvocati Gabriele Volpe e Riccardo Panno), Antonio Flora, Giorgio Flora, Vito Morisco, Fabrizio Maglia, Marco Guidone e Giacomo Ridolfi.

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