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COSENZA – A dieci giorni dall’annuncio al Tg3 della Calabria, il commissario per il piano di rientro Massimo Scura non ha ancora reso noto i criteri utilizzati nella definizione dei budget alle cliniche private convenzionate con il servizio sanitario regionale con il decreto 80 del 6 luglio scorso.

La vicenda assume sempre più i contorni di un vero e proprio giallo atteso che il presidente della Regione Mario Oliverio aveva chiesto il ritiro del decreto e in parlamento sono state presentate ben due interrogazione, una alla Camera e l’altra al Senato, con le quali si evidenziava la scarsa «trasparenza» di tutto l’iter. Anche il tavolo di verifica ministeriale venerdì scorso ha chiesto alla struttura commissariale chiarimenti e lo stesso Scura si è impegnato a fornire ogni dettaglio. Una condizione ricostruita in un servizio pubblicato oggi sull’edizione cartacea del Quotidiano.

La questione è stata affronta anche dal direttivo regionale Aiop (l’associazione che raggruppa buona parte delle strutture accreditate) che si è riunito venerdì mattina a Lamezia e ha ribadito «la richiesta di acquisizione degli atti relativi alla istruttoria svolta per l’emanazione del DCA 80 relativo alla ripartizione dei fondi per l’assistenza ospedaliera 2015».

Diverse strutture hanno annunciato ricorsi al Tar e al caso al Consiglio di Stato confortati da alcune sentenze su casi analoghi in Regioni sottoposte a piano di rientro. Questo perché a diversi associati dell’Aiop i conti continuano a non tornare.

Da una parte il sub commissario Urbani ha dato disposizioni alle Asp di fare delle proposte favorendo le strutture che erogano i primi 37 Drg a forte mobilità passiva, dall’altra non solo alcune Asp, come Cosenza, non hanno fatto proposte così come avveniva negli anni scorsi, ma addirittura sono state esautorate perché l’assegnazione era stata fatta già prima della riunione con i titolari della cliniche. Quindi il risultato ottenuto sembra essere quello che qualcuno, per ragioni politiche, abbia voluto avvantaggiare alcune strutture rispetto ad altre e alterare la libera concorrenza tra privati.

In particolare ad avere ricevuto un budget superiore rispetto ad altri sono state poche strutture, una di queste è “Villa dei Gerani” di Vibo con 5 milioni di euro rispetto ai circa 3 milioni del 2014 e 2,6 milioni del 2013. Poi ci sono due cliniche di Cosenza appartenenti al gruppo Igreco, imprenditori da meno di un anno entrati nel settore rilevando tre cliniche private andate in crisi negli ultimi anni, anche per i tagli subìti per effetto del piano di rientro. Si tratta delle cliniche “Madonnina”, “Sacro Cuore” e la clinica di riabilitazione “Madonna della Catena”. Il budget della prima è stato confermato in toto pari a 5,5 milioni, quello della clinica “Sacro Cuore”, diventato l’unico punto nascita privato della provincia di Cosenza, ha avuto 5,3 milioni, contro i 4,3 nel 2014 e i 5,3 nel 2013. E poi c’è la “Madonna della Catena” che ottiene 7.8 milioni di euro per il 2015, erano 5,8 milioni nel 2014 e 4,9 milioni nel 2013.

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