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CATANZARO – Antonella Accroglianò, la dirigente dell’Anas arresta oggi e definita dagli investigatori la “Dama nera”, avrebbe «consigliato» ai titolari di un’azienda vincitrice di un appalto in Calabria, di subappaltare alcune opere a ditte di imprenditori contigui alla ‘ndrangheta. I particolari emergono dall’inchiesta sulle tangenti Anas che ha portato in carcere anche l’ex sottosegretario Luigi Meduri e altri calabresi (LEGGI I PARTICOLARI).

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Secondo quanto ricostruito dagli uomini delle Fiamme Gialle, la vicenda riguarda una serie di opere pubbliche nel comune di Palizzi, in provincia di Reggio Calabria. La donna avrebbe da un lato chiesto l’assunzione di operai e geometri alla ditta vincitrice dell’appalto e, dall’altro, dicono gli investigatori, avrebbe esercitato «pressioni inequivoche affinché la fornitura del calcestruzzo e il movimento terra, attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche della ‘ndrangheta in quei territori, venisse affidato ad una persona di sua fiducia, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni» in quella zona».

Altra contestazione rivolta ad Accroglianò è quella del voto di scambio. Secondo le indagini, è emerso un chiaro episodio di voto di scambio, con la promessa di assunzione lavorativa in Anas o in società collegate che la dirigente avrebbe fatto ad un calabrese in cambio del sostegno elettorale fornito al fratello, candidato e non eletto, con l’Udc, alle elezioni regionali in Calabria dello scorso novembre 2014.

Accroglianò, alto dirigente Anas di origini calabresi, sarebbe stata l’anello di congiunzione con Luigi Meduri.

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