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CATANZARO – «Respingo con forza l’accusa che mi viene contestata: non appartengo ad alcuna loggia massonica deviata, né a cosche di ‘ndrangheta».

Si è difeso così l’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia, coinvolto nell’inchiesta «Rinascita Scott» della Dda di Catanzaro che il 19 dicembre scorso ha portato all’arresto di oltre trecento persone, nel corso dell’udienza del Tribunale del riesame di Catanzaro al quale i difensori del penalista hanno chiesto la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a suo carico. All’avvocato Pittelli viene contestato, in particolare, di essere intraneo alla cosca dei Mancuso e vicino al boss Luigi Mancuso.

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Il penalista, collegato in videoconferenza dal carcere di Nuoro, precisando di non volersi sottrarre ad alcun chiarimento, ha parlato a lungo, in presenza dei suoi difensori, gli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile, ripercorrendo il suo excursus professionale e politico. I due pm d’udienza, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo, hanno chiesto la conferma del provvedimento restrittivo e del capo d’imputazione di associazione mafiosa, così come qualificato dal Gip, a carico di Pittelli.

I pubblici ministeri, inoltre, per quanto riguarda la posizione di Pittelli, hanno depositato i verbali con le dichiarazioni del pentito Vincenzo Marino e altri atti riguardanti, tra gli altri, il tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli, ex comandante del Reparto operativo di Catanzaro. Il Tribunale, presieduto da Giulio De Gregorio, dovrebbe depositare la propria decisione entro lunedì prossimo.

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