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Il Tribunale amministrativo regionale della Calabria

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Ben 61 ricorsi presentati nel 2020 – a fronte dei 9 del 2019 – al Tribunale amministrativo della Calabria hanno riguardato l’impugnativa di ordinanze contingibili ed urgenti. Un dato che Giancarlo Pennetti, presidente del Tar Calabria, nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario della giustizia amministrativa, ritiene rivelatore «dell’esistenza d’un vero e proprio contenzioso giurisdizionale direttamente o indirettamente riconducibile alla grande emergenza in atto».

Si tratta, specifica il presidente del Tar Calabria, di «controversie inerenti l’impugnativa d’una congerie articolata ed eterogenea di provvedimenti fra le quali rientrano sia l’ordinanza regionale che consentiva in Calabria la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto, sia quella, sempre regionale, che disponeva l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale a carico di alcune categorie di soggetti, sia quelle che disponevano misure di isolamento domiciliare per ragioni sanitarie e sia quelle che, sempre adottate all’insegna dell’emergenza epidemica, hanno interessato il tormentato tema delle scuole, soprattutto materne, elementari e medie, sotto il ben noto profilo inerente la didattica. Da qui un numero di provvedimenti cautelari di questo Tar, monocratici e collegiali, adottati nell’anno 2020, ben più elevato rispetto a quello degli anni scorsi. I decreti cautelari presidenziali sono stati infatti ben 276 a fronte dei 142 del 2019 mentre le ordinanze cautelari sono state 420 a fronte delle 381 del 2019».

La pandemia fa da scudo al Sistema sanitario

Nella relazione, Pennetti illustra l’attività del Tar Calabria nel 2020, evidenziando come l’andamento del contenzioso abbia chiaramente risentito degli effetti della pandemia, caratterizzandosi per «la diminuzione del numero di ricorsi presentati nell’anno trascorso rispetto a quelli presentati nel 2019: 1597 ricorsi in luogo dei 1962 del 2019, con una diminuzione di ben 365 ricorsi. Si tratta – prosegue la relazione – di un calo significativo e che riguarda in particolare due voci importanti: la prima è quella delle “autorizzazioni e concessioni”; la seconda delle “esecuzioni del giudicato”».

Secondo il presidente del Tar Calabria è «significativo il calo dei ricorsi di ottemperanza in quanto rimanda sia alla persistente grave situazione finanziaria di non pochi enti locali calabresi sia a quella, altrettanto nota, di diversi enti sanitari, Asp e aziende ospedaliere, in favore dei quali per di più la legislazione emergenziale ha apprestato uno “scudo” protettivo vietando ai creditori la possibilità di proporre o proseguire azioni esecutive in nome della necessità di non frustrare in questa fase le capacità operative del Ssn e regionale nel fronteggiare l’epidemia per effetto di sottrazione di risorse finanziarie».

Scuola: «Infondato lo stupore per la velocità delle decisioni»

In particolare il tema delle ordinanze inerenti la sospensione della didattica in presenza, Pennetti ha rimarcato come sia emersa, ripetutamente, «sorpresa o stupore per la velocità con cui il Tar avrebbe adottato le ben note decisioni. Ebbene – ha affermato nella relazione il presidente – occorre chiarire che tali moti di sorpresa non avevano e non hanno alcuna ragion d’essere, atteso che il decreto cautelare presidenziale è un atto giurisdizionale, previsto dall’art. 56 del codice del processo amministrativo, adottato monocraticamente (e quindi in assenza di collegialità) dal presidente della sezione incaricata di decidere una data controversia, al di fuori di qualsiasi udienza strettamente intesa e di qualsiasi altro vincolo diverso da quello previsto dalla norma processuale. Quest’ultima non solo consente ma nella sostanza sollecita una decisione da adottare in tempi ragionevolmente rapidi, dal momento che chi chiede la tutela cautelare monocratica assume, a torto o a ragione, di non potere attendere la tutela cautelare collegiale ordinaria. Credo pertanto che – ha aggiunto -, in un panorama di funzionamento della giustizia nel nostro Paese spesso caratterizzato da tempi non sempre celeri, debba essere motivo di conforto per tutti la tempestività dei tempi di esercizio dei poteri giurisdizionali cautelari monocratici e collegiali del Tar».

Aumenta il contenzioso in tema di sanità e ambiente

Dalla relazione di Pennetti emerge come, nel 2020, si sia registrato un aumento del contenzioso in materia di sanità e di ambiente, mentre è stato stabile il contenzioso in materia edilizia. «Con riferimento all’ambiente, il cui contenzioso nel 2020 – si legge nella relazione – ha registrato una crescita, sia pure contenuta», si rileva che «il giudice amministrativo è sempre più spesso chiamato a valutare la legittimità delle scelte amministrative, tanto da poter apparire all’esterno come l’organo chiamato ad assumere la decisione finale, laddove invece come è noto la giustizia amministrativa ha il solo compito di valutazione della legittimità degli atti e dei provvedimenti adottati. Il bilanciamento tra i vari interessi spetta invece innanzitutto agli organi rappresentativi democraticamente eletti, cui competono le scelte strategiche».

Per il presidente del Tar, inoltre, «anche nel settore della sanità, mai così protagonista come durante la pandemia ancora in corso, si è registrato un aumento del contenzioso. Nel 2020 sono stati presentati 80 ricorsi a fronte dei 60 incardinati nel 2019. In tale ambito, sono numerosi i ricorsi volti ad avversare i provvedimenti di fissazione dei tetti di spesa delle strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale. L’indirizzo ormai consolidato della seconda sezione di questo Tribunale è nel senso di dichiarare inammissibili le impugnative proposte dopo la conclusione, con le competenti aziende sanitarie provinciali, dei contratti per la regolamentazione delle prestazioni mediche, questi ultimi contenendo apposita clausola di rinuncia alle impugnazioni (cosiddetta “clausola di salvaguardia”)».

Diminuisce il contenzioso sull’immigrazione 

Il presidente del Tar, invece, segnala «un sensibile decremento» del contenzioso in materia di immigrazione «registrandosi 17 ricorsi proposti nel 2020 a fronte dei 109 ricorsi presentati nel 2019. È assai probabile che la deflazione sia connessa all’epidemia da Covid-19, che ha segnato una contingente riduzione del fenomeno migratorio». Inoltre, quanto ai ricorsi di ottemperanza al giudicato, va segnalato «il dato di 492 ricorsi nuovi presentati nel 2020, in diminuzione rispetto ai 600 del 2019».

Un passaggio della relazione del presidente del Tar riguarda infine anche i ricorsi in materia di interdittive antimafia: nel corso del 2020 sono pervenuti 43 ricorsi, legati ad appalti, concessioni demaniali revocate a seguito dell’interdittiva o svolgimento di attività economiche, sospese appunto dall’emanazione del provvedimento prefettizio, mentre le sentenze pubblicate in materia sono state 17.

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