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Due reati principali ipotizzati dalla Procura di Firenze per i concorsi pilotati all’Università, tra le parti offese il professore calabrese Pasquale Gallina

CONCORSO aggravato in abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento amministrativo per la chiamata a posti di professore presso l’Università di Firenze (facoltà di Medicina). Sono i due principali reati ipotizzati dalla Procura fiorentina in un procedimento (frutto della riunione di due distinti filoni d’inchiesta) nell’ambito del quale i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio di 33 persone. Richiesta sulla quale dovrà pronunciarsi il giudice dell’udienza preliminare che ha fissato l’avvio della trattazione per il 12 dicembre prossimo.

Si tratta di un’inchiesta, portata avanti dalla Guardia di Finanza (che si è avvalsa anche di intercettazioni tramite trojan installato nel cellulare di alcuni indagati, oltre all’acquisizione di una mole significativa di documentazione) su presunti concorsi pilotati, con i vincitori che sarebbero stati individuati ancor prima che il concorso fosse bandito. Il tutto in barba, secondo i pubblici ministeri, alle più elementari norme, a partire da quelle che prevedono che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione, la trasparenza…

Tra le persone per le quali il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e il sostituto Antonimo Nastasi hanno chiesto il processo ci sono professori universitari (componenti di commissioni), l’ex rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei, l’ex prorettore Paolo Bechi, ex dirigenti di aziende sanitarie. E se l’elenco degli imputati è lungo da far etichettare come maxi l’inchiesta sui concorsi per professori ordinari, altrettanto lo sono quello dei capi d’imputazione (17) per diverse vicende e quello dei soggetti che sono stati individuati come parti offese. Ben 23 oltre alla stessa Università, all’Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, all’Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze e al Ministero dell’Istruzione e del merito.

CONCORSI PILOTATI ALL’UNIVERSITÀ DI FIRENZE, 33 RICHIESTE DI RINVIO A GIUDIZIO

Tra le parti offese anche il prof. Pasquale Gallina, originario di Corigliano Calabro, apprezzatissimo professore associato di Neurochirurgia all’Università di Firenze. I fatti per i quali il prof. Gallina e il collega Oreste Gallo sono stati indicati nell’inchiesta come parti offese risalgono ai primi due mesi del 2018. In quel periodo gli imputati per questo capo d’accusa (sono sette, tra i quali l’ex prorettore Bechi) avrebbero turbato il procedimento amministrativo per la chiamata a posti di docente “predeterminando per ogni singolo concorso il vincitore e adottando, di fatto, dei criteri vincolanti per le commissioni di valutazione delle procedure concorsuali in modo da escluderne margini di discrezionalità”.

Il risultato è che la determinazione dei settori di destinazione dei docenti nei bandi (“non rispondenti alle effettive esigenze del Dipartimento”), per i pm, avrebbe favorito alcuni docenti e danneggiato ingiustamente i professori Oreste Gallo e Pasquale Gallina “i cui settori scientifico-disciplinari venivano esclusi dalla programmazione per la chiamata di professore ordinario”.

INCHIESTA CHE HA SUSCITATO CLAMORE NAZIONALE

L’inchiesta sulla quale si pronuncerà il Gup non ha mancato di suscitare molto clamore, e non solo per le misure interdittive adottate nei confronti di alcune delle persone per le quali la Procura ha chiesto ora il processo. Al di là delle successive valutazioni giudiziarie, dall’inchiesta emerge un quadro di “malcostume accademico” che – come ha scritto lo stesso Gallina in una lettera pubblicata di recente dalla Nazione di Firenze – ha impatti sulla vita quotidiana dei cittadini quando “spadroneggia in ambito medico”. Insomma, per usare le parole del prof. Gallina nella lettera aperta, “il malcostume accademico porta a gravi danni (che sarebbe interessante quantificare) sull’intero sistema Paese e, ancor più in medicina, diventa pericoloso per la nostra salute”.

r. v.

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