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Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia

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LONA-LASES è un Comune del Trentino di 872 anime che unisce il nome dei suoi due principali villaggi. Il prossimo 29 maggio alle elezioni municipali non si voterà perché nessuno ha voluto presentare liste e candidati. Esattamente come il 10 ottobre. Tutto questo perché hanno scoperto che la ‘ndrangheta si è infiltrata in questa terra che si ritiene immune dalla criminalità organizzata. Il sindaco di è dimesso e il commissario regna come un borgomastro.

Lona-Lases come San Luca in Calabria. Oscurati dalla scoperta del primo “locale” di Roma, le cronache si sono distratte dalla visita della Commissione antimafia e del suo presidente Nicola Morra in Trentino. Dopo le audizioni, il senatore calabrese non ha avuto mezze misure e in conferenza stampa ha dichiarato rispetto alla ‘ndrangheta sul presidente della Provincia in carica (il Trentino è regione a statuto speciale divisa in due province autonome): “Fugatti a precisa domanda ha affermato di non aver avuto il minimo sentore di ciò che stava accadendo. Ci si deve domandare se è difetto di intelligenza o altro. Da quanto abbiamo raccolto vi sono state testimonianze di reati spia nel settore del porfido degli anni Ottanta. Ma mentre qualcuno dormiva sonni irenici altri lavoravano per raggiungere altri scopi”.

Fugatti è l’uomo forte della Lega. Deputato e sottosegretario in passato. L’intemerata di Morra (che ha trascurato l’elemento di riservatezza delle audizioni) ha scatenato l’inferno nella politica trentina con nutrite verniciate di razzismo sui calabresi. Nel dibattito in consiglio provinciale si è distinto il consigliere leghista Alessandro Savoi che ha tuonato “Sono allibito dalle parole di Morra che viene dalla regione più mafiosa d’Italia ed è venuto qui in Trentino, portato dai grillini, per darci dei mafiosi. Non a caso i maggiori indagati nell’operazione Perfido sono calabresi e vengono proprio dalle zone dell’onorevole Morra, mentre i cembrani (gli abitanti della Val Cembra) sono gente onesta e per bene. Tornino a casa loro e si ricordino che al nord la mafia l’hanno portata i siciliani e i calabresi”.

Forse Savoi non sa che la Lega ha in Calabria uno sportello antindrangheta e lotta la criminalità ovunque esso sia. Ma questi sono i partiti di oggi. Tutto ruota attorno al porfido che si estrae nella valle. La magistratura ha scoperchiato la pentola proprio con l’operazione Perfido con 19 arresti, decine di indagati tra cui tre esponenti politici locali e sequestri per otto milioni di euro. E Morra, al netto delle disattenzioni istituzionali, sulla sostanza ha le sue ragioni considerato che nel 2017 il professore Nicola Tranfaglia già scriveva: “ll Trentino sembra non accorgersi di nulla. Le cosche gestiscono molti affari riuscendo a mimetizzarsi alla perfezione senza richiamare l’attenzione di nessuno”.

Eppure la Dia all’epoca aveva ricevuto ben 903 segnalazioni sulla presenza della ‘ndrangheta nel Trentino. Ma si deve ad un trentino, segretario comunale proprio di Lona Losas, che aveva segnalato ai magistrati come nelle cave di pietra girassero anche cocaina e sporchi affari. E al consigliere leghista andrebbe anche fatto leggere quello che ha scritto un laureato di sociologia della celebre facoltà di Trento, Alberto Marmiroli, che nella sua tesi su porfido e ‘ndrine smonta la tesi del Trentino felix sostenendo: “È una narrazione che piace molto perché fa sentire migliori di altri, calabresi, campani e siciliani. Come spiegano i medici, però, non si possono avere anticorpi di una malattia che non si ha mai avuto. E in Trentino ci sono ricchezza diffusa, attività tradizionali e piccoli Comuni, oltre a una popolazione con una scarsa percezione: sono dell’idea che il Trentino per un ‘ndranghetista sia il territorio perfetto”.

Il riscontro lo offre anche il collaboratore di giustizia, il calabrese Luigi Bonaventura che nelle sue trascrizioni ha detto a futura memoria: “Il Trentino sembra non accorgersi di nulla. Le cosche gestiscono molti affari riuscendo a mimetizzarsi alla perfezione senza richiamare l’attenzione di nessuno”.

Una questione solo calabrese? Non sembra proprio considerato che a Lona-Lases sono messi peggio di Platì.

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