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Un incidente sulla Statalew 106 jonica

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COSENZA – È tra le strade extraurbane più pericolose d’Italia (dati Aci 2020). Il rosario di vite spezzate su quell’asfalto si accresce ogni giorno, tristemente, di nuovi grani. Eppure il Governo (e non solo) sembra aver dimenticato la Strada Statale 106. Non ve n’è alcuna traccia nell’ultima legge di Bilancio, nei progetti del Pnrr, nel Documento di Economia e Finanza 2021 né all’interno delle delibere Cipes. È pur vero che 4,5 miliardi del documento contabile saranno destinati al Contratto di programma Anas (che proprio venerdì scorso ha presentato alla stampa il nuovo progetto del tracciato Sibari-Rossano), ma è altrettanto vero che trattasi di un finanziamento a valere sulla viabilità nazionale, dunque difficilmente alla 106 potrà spettare un quarto – o, come annunciato nei mesi scorsi, addirittura la metà – del fondo complessivo.

Ad accendere i riflettori su questa, chiamiamola “dimenticanza”, è Fabio Pugliese, fondatore e già presidente di “Basta Vittime sulla 106”, l’organizzazione di volontariato che da anni si batte per l’ammodernamento dell’arteria calabrese.

Ieri, nel corso di una diretta dalla propria pagina Facebook, documenti alla mano, Pugliese ha sottolineato come quella della legge di Bilancio sia stata una vera e propria «occasione sfumata»: «A breve saranno resi noti i contenuti del Contratto di programma Anas e sapremo se e quali interventi sono previsti per la 106. Al momento non solo non c’è nulla, ma il sospetto è che si stia cercando di guadagnare tempo per non doverlo ammettere. Quando, tra non molto, sarà pubblicato il testo, i cittadini sapranno che fine hanno fatto questi soldi».

L’attivista, poi, tocca un’altra nota dolente: il Pnrr. Il Piano per la ripresa economica dell’Italia non prevede, allo stato, alcun investimento per l’infrastruttura jonica. «Nemmeno un centesimo di euro, dei 30 miliardi totali, sarà destinato alla 106 – fa notare Pugliese – Il motivo? Con quei fondi (dicono) non è possibile costruire nuove strade. Ma sappiamo che non è così perché la Commissione europea, in risposta ad una specifica richiesta formalizzata dall’Odv “Basta Vittime”, dichiarò che si poteva fare a patto di vincolare il progetto, da ultimare entro il 2026, ai pareri ambientali».

Allorché la questione diventò oggetto di un botta e risposta tra lo stesso Pugliese insieme ad Ercole Incalza, già capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, e il sottosegretario di Stato al Mims Giancarlo Cancelleri. «Gli suggerimmo: dal momento che non è possibile realizzare una strada ex novo senza il parere ambientale e visto che in Calabria esiste già un’opera in corso di realizzazione per un miliardo e 335 milioni di euro che ha ricevuto suddetto parere e cioé il megalotto Sibari- Roseto Capo Spulico, perché non includerla nel Pnrr e utilizzare quei fondi già sul tavolo per ammordernare un nuovo tratto della Ss 106? Cancelleri rispose che la nostra era un’idea geniale, ma alla fine non se ne fece nulla».

LA RETE TEN-T CORE

A questo punto non resta che l’ultimo spiraglio ovvero la Rete Ten-T Core: la Ss 106 – e qui il paradosso – è già nella Rete Ten-T ma solo per il tratto da Taranto a Catanzaro Lido. Con l’inclusione dell’intera arteria nella Rete Ten-t Core (la Rete principale), che prevede il co-finanziamento europeo all’80%, il completamento della Statale 106 potrebbe finalmente diventare realtà. “Basta Vittime” ha già verificato la disponibilità della Commissione europea ed ha rivolto un appello all’europarlamentare Laura Ferrara affinché si faccia portavoce col Governo italiano. Già, perché quest’ultimo, ad oggi, non ha mai formalizzato alcuna proposta in tal senso. Non solo: i tempi stringono perché la revisione della Rete Ten-T scade il 14 dicembre.

«Continua a resistere una volontà politica trasversale che non vede mai il Governo intenzionato a investire alcunché sulla 106 – è l’amara riflessione di Pugliese -, ma noi non possiamo rassegnarci, abbiamo il dovere di continuare a denunciare le cose che accadono e spiegare ai cittadini che stando uniti possiamo cambiare la storia triste di questa strada».

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