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La fila delle ambulanze a Cosenza negli scorsi mesi

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COSENZA – La variante Omicron rischia di paralizzare di nuovo il sistema ospedaliero calabrese. La lancetta potrebbe tornare indietro alle prime ondate, con la rimodulazione degli interventi non urgenti per fare spazio alle attività di contrasto al Covid.

E’ una possibilità che il ministero della Salute mette nero su bianco in una circolare destinata a tutte le Regioni. In sostanza il ministero raccomanda “la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da Sars-Cov-2, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da Covid-19 in relazione alle specifiche necessità assistenziali”, tradotto significa in primo luogo ridurre l’attività ospedaliera andando a mettere mano nuovamente ai ricoveri in elezione.

In Calabria questo vale moltissimo, il 2020 è stato l’anno del crollo delle prestazioni sanitarie, non solo ospedaliere. E ora si rischia un inizio 2022 sulla stessa falsariga in ospedali nuovamente blindati. Il peso maggiore è e resterà la carenza di posti letto, nonostante i piccolissimi aumenti delle ultime settimane, figli di un piano di riorganizzazione licenziato a giugno 2020 dal commissario Cotticelli e rimasto nei cassetti mentre i fondi covid venivano gestiti in maniera poco chiara, in buona parte fermi nei cassetti, mentre andava in scena lo scontro tra le competenze.

Ancora oggi non c’è una rendicontazione precisa di quanto speso dalle aziende negli ultimi due anni, mentre dei 115 milioni destinati principalmente a potenziare il sistema sanitario calabrese 77 sono rimasti sostanzialmente congelati. Lo aveva ribadito il tavolo Adduce, pochi giorni fa lo ha nuovamente confermato la Corte dei conti. L’opportunità che c’è di fronte ha tempi ben più lunghi dell’epidemia stessa.

Oggi la Regione dovrà trasmettere i fabbisogni relativi al piano di potenziamento del sistema utilizzando i fondi del Pnrr. Si tratta di 15 ospedali di comunità, 57 case della comunità e 19 centrali operative territoriali, vale a dire 2,6 milioni per ospedale di comunità, 1,5 per casa di comunità e 170 mila euro per le singole centrali operative. La Calabria non perderà alcuna risorsa del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinata alla sanità.

“I fondi arriveranno – dice Occhiuto – e quanto ai progetti avremo tempo fino a marzo 2022 per aggiornarli, dopo un accurato confronto che avvieremo nei prossimi giorni con le aziende sanitarie, con le aziende ospedaliere e con i sindaci”. Una proroga ottenuta grazie “all’accordo con il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan”.

Ma nel frattempo il Covid preme. I positivi rilevati ieri su circa 5mila tamponi sono stati 449. Ancora molto alto il numero dei decessi, cinque in totale (2 a Cosenza, uno a Catanzaro, Reggio e Vibo). Nelle corsie di area medica sono entrati 2 pazienti e stesso numero nelle terapie intensive. Stabile al 22% il tasso di occupazione in area medica, in aumento quello nelle terapie intensive (11%).

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