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Il mare di Fuscaldo la mattina del 2 giugno scorso. La foto è apparsa sui canali social della ong Mare Pulito

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COSENZA – Il mare continua ad essere fonte di polemiche in Calabria. Sappiamo quanto Roberto Occhiuto punti ad avere acque decenti per questa estate. In questo senso ha sottoscritto un protocollo con diverse Procure per intensificare i controlli sui reati ambientali e, soprattutto, una convenzione da 1,3 milioni con la stazione zoologica Anton Dohrn.

Tutto inutile, pare dalle foto che arrivano dal tirreno cosentino dove ieri le chiazze marroni hanno fatto bella mostra di sé in diversi punti del litorale da Fuscaldo a Paola.

Ma c’è anche chi, come la Cgil, ha contestato questa convenzione con l’istituto di ricerca guidato dal biologo marino Silvio Greco. Per la Cgil si tratta di una inutile duplicazione di competenze visto che molte delle mission affidate alla Dohrn vengono già svolte da Arpacal.

Perché finanziare un privato – si era chiesto la Cgil – se ci sono enti strumentali della Regione che fanno lo stesso lavoro? Una domanda che diventa ancora più ficcante se si pensa che questi enti sono storicamente a corto di fondi.

La vicenda però diventa ancora più curiosa se guardiamo ad un recente bando che ha appena pubblicato proprio l’Arpacal. L’avviso riguarda il conferimento di 8 incarichi individuali, con contratto di lavoro autonomo, per il “Rafforzamento della rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Calabria”. Curiosamente è proprio uno dei punti che rientrano nella convenzione fra la Regione e la Dohrn.

Fra l’altro c’è chi dice che il monitoraggio potrebbe persino essere inutile visto che molti dati sono comunque in possesso del Dipartimento Ambiente della Regione che ha, ad esempio, l’elenco dei comuni che non sono collettati alla rete fognaria. Il bando scade il 15 di giugno e si prevede una partecipazione cospicua perché cospicuo ci sembra il corrispettivo economico.

Leggendo nel bando, infatti, si legge che il compenso lordo per i 18 mesi di attività del coordinatore di questa attività è pari a quasi 80mila euro: 79.920 per la precisione che verranno corrisposti dietro presentazione di fatture in rate bimestrali di eguale importo. Insomma una cifra mica da poco per un rapporto di collaborazione.

Adesso resta da capire come si intersecano tutte queste competenze sull’inquinamento marino. Certamente più occhi sorvegliano meglio di pochi, soprattutto in considerazione della situazione del nostro mare che ha problemi atavici e non tutti sono rintracciabili sulla costa. Ma c’è il rischio che tutti questi soggetti finiscano per calpestarsi i piedi a vicenda.

Certo è che sul mare quest’anno avremo una vera e propria task force. I risultati non possono arrivare dalla sera alla mattina e lo stesso Occhiuto ha chiesto pazienza ai calabresi nella speranza che almeno la balneabilità migliori un filino. Di certo a mancare non sono stati gli investimenti.

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