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Una catasta di ecoballe

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COSENZA – «Grazie al rigoroso lavoro messo in campo dall’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria negli ultimi due mesi, per la prima volta dopo decenni, durante quest’estate la nostra Regione non sarà costretta a spedire gli scarti all’estero. Grazie a questa novità i calabresi spenderanno circa la metà – 150 euro invece di 300 euro per tonnellata – per lo smaltimento dei rifiuti». Queste le parole di Bruno Gualtieri, commissario straordinario dell’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria.

Ma come ha fatto il commissario, che da dirigente dell’epoca Scopelliti fu il primo a varare questo particolare tipo di turismo dei rifiuti, a risolvere la situazione? Si perché nel frattempo non è che sia successo granché al sistema, come dimostra anche la delibera di giunta recentemente licenziata e che oggi è attesa in commissione Ambiente. Nella delibera si fa una disamina dello stato dell’impiantistica pubblica in Calabria e c’è da mettersi le mani nei capelli.

L’idea di fondo era di creare un ecodistretto in ogni quadrante della Calabria, con le discariche di servizio contigue. Tutto doveva essere pronto nel 2020 e invece ad oggi poco o nulla si è mosso. Il caso più clamoroso è la provincia di Cosenza dove i 50 milioni per realizzare l’ecodistretto sono fermi nel cassetto dal 2008 per l’impossibilità di individuare un sito idoneo. Ma l’elenco è molto lungo ancora.

Ma tutto questo ci porta alla domanda originaria: come è stato possibile allora uscire dall’emergenza?

Il “segreto” di Gualtieri sono le ecoballe. I rifiuti vengono compattati e stipati in alcune zone di stoccaggio. Ad esempio la discarica di San Giovanni in Fiore è pronta ad accogliere 30.000 tonnellate di questo materiale, mentre altri spazi si stanno cercando in altre discariche anche quelle gestite dai privati. Che evidentemente hanno accettato il prezzo dei 150 euro a tonnellata.

La strategia è quella di tenere sotto controllo la situazione per tutta l’estate quando la produzione di rifiuti è maggiore per le presenze turistiche che per questa stagione si preannunciano copiose. In autunno poi, quando la produzione calerà, si procederà ad un graduale smaltimento. Il tutto in attesa che il sistema vada a regime. Questo significa che finalmente si realizzeranno gli impianti pubblici e quindi gli ecodistretti per la valorizzazione della differenziata e le discariche per gli scarti di lavorazione. Il ciclo però si concluderà solo con il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. È evidente come le due cose siano molto connesse. La presenza di impiantistica pubblica efficiente dovrebbe portare ad un residuo di lavorazione della differenziata intorno al 7/8% mentre oggi ci attestiamo su circa il 40%.

Il punto è capire se questo piano troverà finalmente attuazione e i tempi necessari. Altrimenti anche lo stratagemma delle ecoballe (che comunque prima o poi da qualche parte devono essere smaltite) rischia di trasformarsi in un boomerang per la Calabria.

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