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Immagini di mare sporco in Calabria

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COSENZA – Il mare sta bene per l’Arpacal. L’anno scorso battelli pulisci-mare e droni riuscirono nell’impresa. Su un totale di 670.977 metri di tratto di mare calabrese, 614.661 (metri) di acqua risultarono «eccellenti» e solo 14.799 «scarsi» in riferimento alla balneazione. Oggi i dati (positivi) del 2022 vengono confermati da quelli, parziali, del 2023 e riferiti agli ultimi campionamenti realizzati da Arpacal, Prociv e dipartimento Ambiente della Regione Calabria.

«Il nostro mare sta bene, è vivo, balneabile e gode di buona salute – fa non a caso sapere il commissario straordinario di Arpacal Emilio Errigo – Le risultanze delle analisi biologiche e chimiche eseguite sui campioni di acque marine, prelevate nei punti espressamente indicati e rappresentati pubblicamente, fanno emergere una bella realtà: relativamente alle strisce sgradevoli di materiale vario galleggiante, che disturbano effettivamente molto i bagnanti e gli operatori turistici, devo assicurare che, dai prelievi e dalle analisi eseguite, risulta che il più delle volte esse sono costituite da fogliame, rami e tronchi, arbusti di siepi tagliate, produzione algale, mucillagine e filamenti di posidonia alla deriva; vegetali non inquinanti».

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Più in particolare, dal report trimestrale di balneazione (aprile-giugno 2023), emerge che in provincia di Catanzaro su 307 prelievi effettuati solo 3 sono le criticità riscontrate, in quella di Cosenza su 767 ne sono emerse 43, a Crotone su 255 15, a Vibo su 202 14 e, infine, a Reggio su 474 43. Dunque, oltre duemila i campionamenti eseguiti dai tecnici dell’agenzia in tutte le province, appena 118 i prelievi non conformi. Ecco perché le azioni di contrasto a scarichi illegali e a depuratori “malfunzionanti” non si arresta.

«Ad onore del vero, esistono realtà ambientali in alcuni Comuni costieri e montani, non perfettamente in linea con gli adempimenti di legge. Rimangono in Calabria ambiti territoriali non collettati alla rete comunale di raccolta dei reflui urbani, così come non mancano i Comuni nei quali le vasche di sollevamento risultano essere non perfettamente funzionanti. Non mancano nemmeno gli sversamenti abusivi in mare e nei fiumi di acque reflue civili e industriali, non consentiti, né autorizzati e trattati, così come non sono assenti l’accertamento di violazioni amministrative e denunce di rilevanza penale alla competente autorità giudiziaria – prosegue Errigo – Sento dunque il dovere e la necessità di chiedere ancora con maggiore insistenza, un maggiore impegno ambientale da parte dei cittadini e dei sindaci di tutti i 404 Comuni della Calabria e della Polizia Locale».

Sindaci che tra breve dovranno rispondere direttamente al governatore Occhiuto, inviando, come da prevista ordinanza, il cronoprogramma relativo alle azioni da intraprendere per la salvaguardia del mare. «A chi mi chiede perché ci occupiamo di depurazione “soltanto” adesso – dice infine Occhiuto sui suoi canali social – mi tocca rispondere che le ordinanze possono essere emanate, per legge, solo quando sussiste un pericolo imminente che, in questo caso, solo adesso può riguardare i bagnanti. E poi – conclude – ribadisco che qui ci occupiamo sempre, come mai avvenuto prima, di tematiche ambientali, anche agendo dietro le quinte».

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