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Soccorritori sulla spiaggia di Steccato di Cutro

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CROTONE – Novità sul fronte delle indagini, aperte dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Crotone, per la strage dei migranti avvenuta all’alba di domenica a Steccato di Cutro. Nello specifico, le indagini sui soccorsi saranno delegate ai Carabinieri, ma ciò sarà formalizzato solo all’inizio della prossima settimana, da parte della Procura della Repubblica di Crotone.

Ciò consentirà ai militari di acquisire tutti gli atti relativi alla gestione dello sbarco da parte della  Guardia di finanza ma anche della  Guardia costiera e sul mancato intervento in soccorso dell’imbarcazione con a bordo i migranti. Lo slittamento a, presumibilmente, già lunedì, della delega alle indagini all’Arma è dovuto al fatto che nel fine settimana  il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia, è fuori sede per motivi familiari. Lo stesso procuratore Capoccia,  insieme al Pubblico ministero titolare  dell’inchiesta, Pasquale Festa, avvieranno l’acquisizione degli atti del nuovo filone di indagini per determinare se vi siano state delle responsabilità.

Come si ricorderà, ci fu una segnalazione di Frontex, delle 23.03 di sabato 25 febbraio, di un barcone a 40 miglia dalla costa calabrese, e la Procura intende ricostruire, passo dopo passo,  gli eventi accaduti nella catena dei soccorsi dopo e le decisioni prese in merito. Intanto, proseguono senza sosta le ricerche dei dispersi del naufragio di domenica mattina, ed il conteggio delle vittime accertate è fermo a 68. La forbice indicata in Prefettura delle persone ancora disperse è ancora molto alta. Va infatti dalle 27 alle 47 persone, per arrivare al numero di 180 in totale che sarebbero stati i migranti a bordo dell’imbarcazione, secondo le segnalazioni effettuate dai migranti stessi. 

Le ricerche sono coordinate dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria, proseguiranno ad oltranza per tutto il fine settimana e verranno utilizzati mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori e con il personale di presidio a terra della Guardia Costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile regionale.

La Prefettura di Crotone, in merito, ha comunicato che sono 54 le vittime identificate del tragico sbarco a Steccato di Cutro. Nello specifico si tratta di quarantotto di nazionalità afgana, tre pakistani, un siriano, un palestinese ed un tunisino. L’ufficio territoriale di governo, poi, ha comunicato che la decisione di chiudere giovedì alle 19.30 la camera ardente allestita al Palamilone è stata presa per consentire le attività della polizia scientifica. È in corso, infatti, l’identificazione delle salme ancora senza identità. La struttura resterà aperta anche ai familiari delle vittime, che continuano a giungere  per lo straziante rituale del riconoscimento. Altra comunicazione della Prefettura, poi, riguarda l’avvio a breve delle procedure per l’espatrio di alcune delle salme con la presentazione delle istanze da parte dei familiari delle vittime al Comune di Cutro.

Cutro è, infatti, il comune territorialmente competente, considerato che la tragedia si è consumata all’interno del suo territorio. Il comune di Crotone, però darà un supporto in tal senso, costituendo un apposito presidio.

Ciò, spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Crotone, Filly Pollinzi, per evitare che i familiari delle vittime debbano recarsi a Cutro per sbrigare gli adempimenti burocratici.

L’assessore, inoltre, rende noto che finora sono 7 le richieste pervenute per l’espatrio delle salme, per la maggior parte di cittadini afgani, o nel loro paese d’origine o dove vivono e lavorano i parenti. Anche le associazioni che operano nel campo dell’immigrazione, stanno facendo  una ricognizione in merito, e le richieste finora giunte dovrebbero essere circa 15, anche se altre potrebbero presto aggiungersi.

A queste vanno sommate anche quelle che l’Unchr sta raccogliendo dai parenti delle vittime che sono sopravvissuti al naufragio per il trasferimento delle salme nei Paesi di origine.

Si tratta, in ogni caso, di numeri che sono soggetti a variazioni, considerato che ancora sono in corso le ricerche e, come accennato, il loro numero è piuttosto alto. Questa era stata una delle istanze più pressanti che i familiari delle vittime avevano fatto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella visita di giovedì, ricevendo rassicurazioni in merito. Il Centro coordinamento soccorsi ha rinviato a lunedì la decisione per l’espatrio delle salme, perché occorre procedere in base alle procedure stabilite dalla Farnesina con particolare riguardo alle vittime di nazionalità afgana.  Per tale motivo, il Comune di Crotone  ha dato la disponibilità, fino ad allora, di tenere le bare all’interno del Palamilone, sentendo preventivamente l’Azienda sanitaria provinciale, che non ha dato parere contrario. Ci sarebbe stata, in questo senso, anche la disponibilità del governo di farsi carico dei costi, molto elevati, del rimpatrio, problema, questo, evidenziato da molti dei parenti giunti a Crotone per il riconoscimento dei congiunti.

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