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CUTRO (KR) – L’Italia ha violato l’obbligo di soccorso? Sarà un’inchiesta avviata dalla Procura di Crotone a stabilirlo, e chissà se le affermazioni del nuovo direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, che, nel corso di un’audizione al Parlamento europeo presso la commissione per le Libertà civili (Libe), ha detto che l’Agenzia Ue «ha assolto al compito di segnalazione alle autorità italiane» e «la decisione se fare intervenire la Guardia di Finanza o istituire un’operazione Sar spettava a loro» saranno valutate dagli inquirenti che indagano sul tragico naufragio di Steccato di Cutro, avvenuto il 26 febbraio scorso, con almeno 88 vittime.

Il direttore ha evidenziato che «le immagini» condivise «in tempo reale con il Centro di coordinamento» mostravano «un’imbarcazione che in quel momento non era in pericolo ma che sollevava interrogativi» e «tutto il resto era una decisione che spettava all’Italia».

Leijtens ha poi aggiunto che Frontex ha «segnalato quello che si vedeva: una persona sul ponte e tracce termiche sottocoperta e ciò dava l’impressione di qualcosa di strano. Ed è quello che abbiamo trasmesso alle autorità italiane assolvendo al nostro compito della segnalazione. Ogni vita persa è una vita persa di troppo – ha aggiunto –  e penso che trovare modi per salvare vite debba essere in cima alla lista dei pensieri».

Parole che pesano come macigni nel giorno in cui la premier Giorgia Meloni, nelle sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo sull’immigrazione, ribadisce di avere la coscienza a posto e che l’Italia ha fatto tutto il possibile.

Nel caso vi sia «un qualche segnale di pericolo», Frontex «lancia il may-day e fa in modo che ognuno sia informato di quello che avviene in mare», ha riferito il direttore esecutivo, deplorando il ripetersi «su base regolare di incidenti tragici» e ribadendo la mission che riguarda le operazioni congiunte per «cooperare con i Paesi sul campo, in mare aperto, e dare un contributo tangibile a ciò che è necessario fare per salvare vite», attraverso «la sorveglianza aerea multifunzionale che dispieghiamo attorno a Grecia, Italia e nel Sud del Mediterraneo allo scopo di fornire in tempo reale informazioni ai Paesi membri».

Un errore di valutazione dell’Italia, dunque? Nella relazione di servizio della Sezione operativa della Guardia di finanza di Crotone stilata alle 19 del 26 febbraio, si afferma che la guardia costiera, dopo aver appreso del rientro dei mezzi delle Fiamme gialle per le cattive condizioni meteo, non esce «non avendo certezza della presenza di migranti a bordo».

Eppure un ufficiale della Finanza a penna aveva appuntato nel giornale di bordo, subito dopo la segnalazione di Frontex delle 23 del giorno prima, che comunicava l’avvistamento di un natante con migranti. Anche se sarebbero bastati un po’ di senso logico e di esperienza per ipotizzare che se da 30 anni gli scafisti battono quella rotta e sul ponte c’è una sola persona e nella stiva si ravvisa una consistente risposta termica, quel caicco poteva trasportare, appunto, migranti.

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