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Vasca di denitrificazione del depuratore di Crotone (Foto estratta dal profilo Fb di Enzo Voce)

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CROTONE – ”L’estate addosso, un anno è già passato” da quando il servizio di depurazione non è neanche più in bolletta perché la depurazione non si fa, dato confermato da fonti ufficiali. Non possono essere entusiastici, allora, come i ritmi del tormentone di Jovanotti, i toni di questa stagione 2017, che si appresta al suo inizio nel peggiore dei modi. Il depuratore cittadino, sito in località Papaniciaro – dal nome del torrente, affluente del fiume Esaro – di fatto non funziona da oltre un anno. Circa un anno e mezzo. E’ ancora alimentato, ma come affermato dallo stesso assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Crotone, Tommaso Sinopoli, «al momento le acque come entrano escono».

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Il servizio idrico integrato in provincia di Crotone è gestito dal consorzio Congesi, costituito dopo il fallimento della società pubblica Soakro, dichiarato a gennaio 2016. A Congesi hanno aderito 11 comuni della provincia, capofila Crotone. «Ma noi il depuratore non lo abbiamo mai preso in gestione dal Comune – dichiara Claudio Liotti, presidente di Congesi – proprio perché non funzionava. Per lo stesso motivo la bollettazione, dal primo gennaio al 31 dicembre 2016, non conta il servizio di depurazione. E sarà così – conclude Liotti – fino a quando l’impianto non tornerà a funzionare».

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Il completamento dei lavori di efficientamento e rifunzionalizzazione, appaltati dal Comune alla ditta Gemina srl, è previsto «in 150 giorni dalla stipula del contratto» come riferito da Sinopoli due giorni fa, quando lo stesso è stato firmato. E allora che ne sarà della stagione estiva? E del nostro mare? La situazione è critica, ma il sindaco della città Ugo Pugliese, sentito in merito, evidenzia: «Purtroppo era grave già al nostro insediamento. Da subito abbiamo fatto pressione sulla Regione per ottenere un primo finanziamento e lunedì saremo di nuovo lì per ragionare sulla possibilità di intercettare ulteriori fondi.I 600 mila euro per i lavori di efficientamento e rifunzionalizzazione, già appaltati alla ditta, consentiranno di affrontare l’estate in una situazione leggermente migliore rispetto a quella dell’anno scorso. La depurazione inizierà ancor prima della conclusione dell’intervento» afferma il sindaco.

Intanto la pressione antropica sarà di gran lunga aumentata, con il rientro degli universitari, degli emigrati in terra madre, e di quei pochi turisti che ancora arrivano in punta di stivale. Una preoccupazione per alcuni, un vero e proprio disagio per altri. Per esempio, gli abitanti del rione Fondo Gesù. Basta un giro nel quartiere popolare per “inebriarsi” dell’olezzo nauseabondo dell’Esaro.

Due passi sul ponte verso la stazione e il disgusto tocca lo stomaco. Giuseppe Noce, coparroco della chiesa del Santissimo Salvatore e direttore dell’ufficio diocesano che si occupa anche di aspetti sociali e ambientali, afferma: «Siamo preoccupatissimi, prima di tutto, per una emergenza che consideriamo di natura igienico sanitaria – dice – perché in queste condizioni significa che tutto finisce nel fiume e poi a mare. Quando facciamo le riunioni in parrocchia la sera – continua il prete – i cattivi odori sono terribili, soprattutto a quell’ora perché scendendo la temperatura si trattengono di più. La gente ormai è rassegnata, anche perché poi in questa zona – fa notare – trattandosi di un quartiere popolare, c’è il problema della povertà e la preoccupazione di trovare il modo per portare il pane a casa viene ancora prima di tutto il resto. Si parla tanto di turismo e sviluppo del territorio – conclude Noce – ma se non teniamo il mare pulito come facciamo? Quello è alla base di tutto e vale la pena impegnarsi per porsi degli obiettivi ambiziosi che oggi, con la chiusura delle fabbriche – con riferimento al venir meno di fattori inquinanti – non è neanche impossibile raggiungere».

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