X
<
>

Una delle intercettazioni della guardia di finanza

Condividi:
3 minuti per la lettura

CROTONE – È di 17 arresti, un sequestro preventivo per un valore di 12 milioni di euro e di 118 mezzi sequestrati 3 società sottoposte ad amministrazione giudiziaria, il bilancio dell’operazione “Ciclope” in corso da questa mattina dall’alba e che vede impegnati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Crotone e della Compagnia di Soave nel Veronese, nei comuni di Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Crotone, Rocca di Neto, Belfiore e Cologna Veneta in provincia di Verona.

VIDEO: LE INTERCETTAZIONI DELL’OPERAZIONE

I finanzieri pitagorici, a seguito della richiesta della Procura della Repubblica di Crotone che è stata pienamente accolta dal Gip, stanno eseguendo 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e per altre 12 persone gli arresti domiciliari. In tal modo è stata smantellata un’associazione operante nel settore delle frodi fiscali e del riciclaggio del profitto del reato. Gli investigatori del nucleo di Crotone hanno quantificato in 5.599.591,48 euro la somma sottratta al fisco fra Ires, Iva ed Irap.

[editor_embed_node type=”photogallery”]83580[/editor_embed_node]

 

L’associazione a delinquere è stata costituita, promossa e organizzata da Antonio Aversa de Fazio, 56 anni di melissa (Crotone), imprenditore da tempo trasferitosi a Belfiore (Verona), dove ha intrapreso un importante attività economica nel settore del commercio di inerti e dell’autotrasporto. De Fazio ha sempre mantenuto stretti legami con il territorio d’origine, tant’è che, dell’organizzazione, fa parte la sua ‘longa manus’ cutrese Alfredo Minervino, 56 anni, quale promotore e organizzatore, con compiti di reclutamento di altri componenti dell’associazione. Inoltre sono stati arrestati e portati in carcere, Raffaele Tucci, Rocco Arena, Vincenzo Migale, tutti di Cutro.

Durante le operazioni sono stati acquisiti elementi inconfutabili circa la violazione della normativa sui sub appalti e sulla corruzione di due funzionari pubblici del comune di Cutro i quali, al fine di favorire un imprenditore locale, procedevano a disporre il pagamento dei lavori da questo effettuati in violazione dell’art. 21 della l. 646/82, accettandone in cambio regalie. La complessiva e sinergica attività di polizia tributaria e valutaria svolta prima dai finanzieri scaligeri e poi da quelli crotonesi, permetteva di individuare i singoli ruoli dei sodali, dagli organizzatori e promotori agli interpositori fittizi.

Da sottolineare anche la collaborazione con il gruppo interforze della Prefettura di Verona che, mentre si sviluppavano le indagini, perveniva all’emissione di informazioni antimafia interdittive su alcuni dei soggetti/società oggi raggiunti dalle misure e dai sequestri.

Agli arresti domiciliari sono finiti invece: Domenico Arena (fratello di Rocco), Ferdinando Menzà, Franco Muto Caterisano, Pasquale Macrì, Francesco Maggiore, anch’essi cutresi, nella loro qualità di associati, con il compito di riciclare gli importi derivanti dalle false fatture. Stessa sorte è toccata a Giovanni della Rovere a cui, in concorso con Domenico Renato, è stato il reato di corruzione, nella loro qualità di dipendenti comunali di Cutro. Giuseppe Martino, di Cutro, Giovanni Pizzimenti, Giuseppe Pizzimenti, (già detenuto per l’operazione antimafia “Stige”), Salvatore Nicastro, questi ultimi di Isola di Capo Rizzuto sono stati arrestati per emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte delle ditte e società ad essi riconducibili.

A partire dal marzo 2015, in relazione ad una profonda attività di analisi svolta sulle segnalazioni inviate alla Guardia di Finanza di Crotone dai finanzieri scaligeri e su una nutrita serie di segnalazioni per operazioni sospette, fatte dalle banche o dagli intermediari finanziari, il nucleo di polizia economico-finanziaria pitagorico ha avviato le indagini, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, che hanno permesso di scoprire l’esistenza di una radicata associazione a delinquere, avente lo scopo di realizzare ingenti risparmi di imposta attraverso l’emissione e l’utilizzo di false fatture riciclandone, successivamente, i proventi. 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE