Antonio Astorino
2 minuti per la letturaDue condanne ridotte e un’assoluzione in Appello nel processo Golgota (rito ordinario) contro i narcos della ‘ndrangheta di Isola
ISOLA CAPO RIZZUTO – In Appello due condanne ridotte e un’assoluzione per narcotraffico nel processo col rito ordinario scaturito dall’inchiesta che nel febbraio 2021 portò all’operazione “Golgota”. La pena scende da 28 a 21 anni di reclusione per Antonio Astorino (51), da 10 a 6 anni per Antonio Scerbo (48). Assolto Tommaso Mercurio (60), in primo grado condannato a 9 anni. Gli imputati sono tutti di Isola Capo Rizzuto. La Corte d’Appello di Catanzaro ha ritoccato il verdetto del Tribunale penale di Crotone.
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GOLGOTA, L’INCHIESTA
L’inchiesta della Dda di Catanzaro, già sfociata in pene per oltre quattro secoli nel troncone del rito abbreviato anche in Appello, avrebbe fatto luce su fiumi di droga che scorrevano nel territorio della provincia di Crotone e lungo la fascia jonica catanzarese.
Due gruppi mafiosi, già colpiti con le operazioni “Tisifone” a Isola Capo Rizzuto e “Malapianta” a San Leonardo di Cutro, avevano dato vita a un traffico di stupefacenti «in forma organizzata». Il nome in codice “Golgota” per l’operazione della Squadra Mobile di Crotone e della Dda di Catanzaro, con riferimento al monte della Crocifissione, si spiega perché dalla collinetta della frazione costiera di Cutro si affaccia un Cristo con le braccia protese verso un golfo incantevole, sotto il cui sguardo si è materializzata una serie impressionante di traffici di stupefacenti e armi.
IL CAPO
Astorino, in particolare, sarebbe al vertice di una delle tre associazioni a delinquere finalizzate al narcotraffico sgominate con l’operazione.
Progettava traffici dal Sudamerica poiché, secondo quanto emerge da una conversazione intercettata, aveva una persona di fiducia a bordo di una nave che avrebbe potuto abbandonare la droga in acque europee, da dove sarebbe stata poi recuperata e fatta arrivare a Barcellona. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giuseppe Gervasi (per Astorino), Mario Prato (per Mercurio) e Tiziano Saporito (per Scerbo).
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