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La Corte d'Assise di Catanzaro

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SETTE anni di reclusione nei confronti di un pakistano che era stato arrestato nel novembre 2019 dalla Squadra Mobile della Questura per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e istigazione al suicidio della figlia minorenne in quanto, costringendola a vivere in uno stato perenne di timore, nonché denigrandola quotidianamente, la avrebbe indotta ad impiccarsi.  

La ragazza, nel marzo 2020, è deceduta in seguito alle lesioni gravissime procuratesi nel tentativo di suicidio  e proprio per questo venne contestata l’imputazione più grave di morte come conseguenza di altri reati e il fascicolo divenne di competenza della Corte d’Assise di Catanzaro in seguito alla dichiarazione d’incompetenza per materia da parte del Tribunale penale di Crotone.

Ma ieri, però, la Corte presieduta da Alessandro Bravin ha escluso questo reato. Il pm Ines Bellesi aveva chiesto una condanna a 22 anni per tutti i reati contestati. Al momento dell’esecuzione dell’arresto, gli investigatori appurarono che l’indagato aveva lasciato Crotone per far rientro in Pakistan, paese d’origine, ma fu bloccato al rientro in Italia.  

A insistere nella richiesta di condanna sono stati ieri anche gli avvocati di parte civile Aldo Truncè e Rosa Maria Romano che rappresentavano i familiari della vittima.

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