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Il carcere di Crotone

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CROTONE – Ma quali “coliche addominali”, quali “cervicobrachialgie”, quali “dispepsie acute e febbrili”; l’assenteismo della polizia penitenziaria al carcere di Crotone, o, meglio, di alcuni agenti, non aveva a che fare con motivi di salute, secondo la ricostruzione della Procura crotonese che indagò guardie e medici. Ma ormai le accuse sono prescritte e tutto finirà in una bolla di sapone.

I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra il 2012 e il 2013 e il pm Alessandro Migliaccio non ha potuto che chiedere il non luogo a procedere per estinzione dei reati. Sotto accusa, per assenteismo al carcere di Crotone, sono finiti in 16: Ritella Cortese, di 54 anni, di Crotone; Giuseppe Giaquinta (50), di Crotone; Giuseppe Pace (54), di Crotone; Enrico Naschini (65), di Crotone; Antonio Santoro (51), di Cirò; Antonio Megna (60), di Crotone; Marcello Clausi (58), di Crotone; Giuseppe De Miglio (61), di Crotone; Maurizio Mellino (58), di Crotone; Salvatore Frontera (65), di Crotone; Salvatore Nicoscia (63), di Crotone; Salvatore Pasquale Megna (79), di Crotone; Sefora Stricagnoli (35), di Crotone; Pantaleone Antonio Paparo (60), di Scandale; Leonardo Viggiano (65), di Crotone; Salvatore Brugellis (49), di Crotone.

Gli imputati sono in gran parte agenti di polizia penitenziaria, che, con la presunta complicità dei medici Salvatore Pasquale Megna, Nicoscia e Viggiano, ma anche di Stricagnoli e Brugellis, segretari rispettivamente di Megna e Viggiano, avrebbero falsamente documentato e fatto risultare stati di malattia inesistenti per assentarsi dal lavoro pur non essendosi sottoposti a visita.

In alcuni casi i medici erano addirittura fuori regione o ricoverati in ospedale o assenti per motivi di salute anche se nel periodo corrispondente i falsi certificati attestavano che erano state fatte le visite.

Il prossimo 12 settembre il processo riprende con gli interventi dei difensori, gli avvocati Aldo Truncè, Roberto Coscia, Pino Napoli e Virgilio Prin Abelle, ma l’esito sembrerebbe, in gran parte, scontato. Un solo imputato ha rinunciato alla prescrizione (Mellino) e per lui, in particolare, il pm ha chiesto la condanna a un anno di reclusione. Deciderà il giudice Elisa Marchetto.

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