L'impiegata di cancelleria e sindacalista Cisal Rosaria Costantino
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Impiegata aggredita e minacciata dall’autista del presidente del Tribunale di Crotone: «Ti ammazzo, ti aspetto fuori da qui»
CROTONE – Prima l’aggressione fisica. Poi le minacce. «Ti ammazzo, te la faccio pagare, ti devo fare la faccia tanta, ti aspetto fuori, a me non me lo dice nessuno “chiudi la porta”». Sono le minacce, condite di espressioni volgari su cui preferiamo sorvolare, rivolte a un’impiegata della cancelleria del Tribunale di Crotone, Rosaria Costantino, peraltro dirigente nazionale del comparto Giustizia della Cisal, da parte di un collega.
IMPIEGATA AGGREDITA AL TRIBUNALE DI CROTONE
Un collega che ha fatto irruzione in una stanza al quinto piano del Palazzo di giustizia mentre era in corso un confronto tra alcuni dipendenti. La scena da non credere si è materializzata proprio in un luogo in cui si amministra la giustizia. E sta facendo discutere per le modalità con cui un’aggressione ingiustificata è stata perpetrata proprio contro l’impiegata e sindacalista Costantino, da oltre 20 anni in servizio al Palazzo di giustizia e conosciuta da colleghi, magistrati, avvocati, forze dell’ordine e utenti della cancelleria come una persona garbata, dai modi cortesi e affabili.
Lei ha denunciato tutto ai carabinieri, che dovranno fare chiarezza su quanto è accaduto, peraltro a qualche giorno di distanza dalla manifestazione sulla scalinata all’ingresso del Palazzo di giustizia, in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Scarpette rosse per non dimenticare, tra gli applausi delle associazioni forensi, degli impiegati e dei magistrati intervenuti.
IL CONFRONTO E L’IRRUZIONE
Costantino era stata contattata da un collega, componente della Rsu della Cisal, che con urgenza chiedeva un confronto con lei per motivi sindacali. Era in corso una discussione accesa tra il suo collega e alcuni dirigenti quando, dopo aver preso l’ascensore, Costantino è arrivata dal secondo al quinto piano del Palazzo. Dato lo stato emotivo del collega, la sindacalista ha chiesto ai presenti di chiudere la porta per evitare che i toni accesi si udissero per i corridoi.
Nella stanza al quinto piano erano in cinque a confrontarsi quando, stando alla denuncia di Costantino, peraltro corroborata da testimonianze, ha fatto irruzione il collega A. P., autista del presidente del Tribunale. Costantino, che non sapeva nemmeno chi stesse bussando, ha chiesto al collega che si trovava più vicino alla porta di chiuderla per mantenere una certa riservatezza. A quel punto A. P. si sarebbe introdotto nella stanza afferrando Costantino per il volto e pronunciando le frasi minacciose. Due dei dipendenti che in quel frangente erano accanto alla porta si sono frapposti tra A. P. e Costantino mentre l’uomo continuava a scagliarsi contro la donna e a urlare “ti aspetto fuori”, non nascondendo l’intento di aggredirla fisicamente.
IL MALESSERE E LE “PERCOSSE SILENTI”
Il malessere provocato a Costantino è stato di carattere non solo fisico. Prima di recarsi al pronto soccorso dell’ospedale si è fatta accompagnare fuori da un collega perché temeva che A. P. potesse attenderla all’esterno del Palazzo di giustizia. Il referto è di sette giorni di prognosi per le contusioni al viso, al cuoio capelluto e al collo procurate durante l’aggressione.
«Basta percosse silenti. Ho deciso di denunciare perché me lo impone il mio ruolo di sindacalista del comparto Giustizia e di dipendente del Ministero. Lavoro in un luogo in cui si amministra la giustizia e questi atteggiamenti che ledono la dignità delle persone non sono tollerabili», dice Costantino. «Lo faccio non tanto per me ma perché eventi di questo tipo non debbano più ripetersi», aggiunge. Forse, in molti casi simili nessuno ha denunciato. Neanche a Palazzo di giustizia.
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