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Diffida all’Asp dai convenzionati l’assistenza domiciliare nel Crotonese è a rischio, il caso sotto la lente della Corte dei Conti


CROTONE – L’Assistenza domiciliare rischia la paralisi nel Crotonese. Potrebbero essere subito interrotte le prestazioni per un migliaio di pazienti. L’associazione Uneba, che rappresenta la quasi totalità delle strutture private accreditate, con l’ennesima diffida al commissario dell’Asp, Antonio Brambilla, ha sollecitato la sottoscrizione dei contratti per l’acquisto di prestazioni per gli anni dal 2023 al 2025. In una riunione tenutasi a febbraio, il commissario aveva annunciato la contrattualizzazione entro la fine di marzo ma le strutture non hanno ricevuto convocazioni ed hanno ormai esaurito l’esiguo budget messo loro a disposizione nell’ultimo contratto.

Nella diffida, predisposta dall’avvocato Roberto Previte, le strutture annunciano di «non essere più nelle condizioni di continuare l’erogazione del servizio». Eppure è la stessa Asp che indirizza i pazienti presso le varie strutture accreditate che, per legge, sono tenute a prenderli in carico entro 24 ore, per non incorrere in responsabilità anche di natura penale. In assenza di nuovi contratti, le strutture chiedono pertanto all’Asp di bloccare i flussi dei pazienti Adi e di essere autorizzate all’immediata interruzione dei progetti assistenziali. Pazienti fragili, quasi tutti over 65, con gravi patologie senili e non autosufficienti rischiano pertanto di non poter più ricevere assistenza, dunque, a causa del mancato rinnovo contrattuale.

ASSISTENZA DOMICILIARE NEL CROTONESE, LA REGIONE HA STANZIATO I FONDI

Eppure la Regione Calabria, con decreto del commissario ad acta del 31 maggio 2023, ha stanziato i fondi per l’Adi. Secondo quanto stabilito dal ministero della Salute, in base alla ripartizione delle risorse Pnrr, sono assegnati quasi 130 milioni per l’Adi in Calabria da spendere dal 2022 al 2025. Proprio nei giorni scorsi il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, annunciava con soddisfazione che secondo quanto comunicato da Agenas, la struttura del governo che si occupa di fare il monitoraggio dello stato di attuazione del Pnrr, la sanità della Calabria avrà 29 milioni e 600 mila euro in più, proprio perché «la Calabria è riuscita a conseguire gli obiettivi fissati dal Pnrr per l’assistenza domiciliare».

Ma si tratta di somme già rendicontate e le strutture del Crotonese non hanno ancora ricevuto gli emolumenti per le prestazioni erogate nel 2023. A quei fondi sono peraltro da aggiungere gli oltre 63mila euro previsti dal Decreto Rilancio per la ripartizione annuale delle risorse per il personale territoriale, a partire dal 2021. Anche in questo caso le strutture non hanno visto un euro, nonostante i Lea prevedano per Crotone 1500 prestazioni Adi al giorno per un importo di 25 milioni annui da remunerare con il fondo sanitario regionale.

CROTONE ‘ L’UNICA ASP AD EROGARE SOSTANZIALMENTE PRESTAZIONE DI ADI

Il decreto commissariale 197/2023 mette peraltro in evidenza che l’unica Azienda sanitaria che sostanzialmente eroga sul territorio regionale prestazioni di Adi è quella di Crotone, ma nel frattempo è stata l’Asp di Cosenza a sottoscrivere i contratti con risorse Pnrr anziché con il fondo sanitario regionale. La vicenda è già sotto la lente della Corte dei Conti, che chiede alla Regione di argomentare come, se al 2023 risultano accreditate nove strutture (otto nella provincia di Crotone e una in quella di Catanzaro) su dodici autorizzate, venga gestito il sistema nelle aree in cui non risultano accreditamenti.

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