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CROTONE – Squilla il telefono ma non risponde. Non può alzarsi adesso. «Questo pezzo ha due secoli» dice mentre lo suona. E sarebbe un delitto interrompere i “Recuerdos de la Alahambra” di Francisco Tarrega mentre riaffiorano dalle dita di Giuseppe Mungari. Il maestro liutaio crotonese esegue il brano su una chitarra classica costruita da lui. Nel suo laboratorio pieno di utensili, dove il profumo del legno si mescola al retrogusto pastoso delle mura antiche del centro storico, crea chitarre classiche da concerto, ma anche chitarre battenti, violini, mandolini. 

Ora ne sta costruendo una per lui «con fasce e fondo in ebano e intarsi di madreperla» spiega mentre la mostra orgoglioso. «Ci vuole un  mesetto per terminarne una» aggiunge lui che ha iniziato per caso, per rimediare a un guaio. «Ero a Roma e ruppi la chitarra di mia sorella – racconta – Mi sentii talmente in colpa che chiesi al mio maestro di musica, Roberto Polsinelli, di aiutarmi. Che, a sua volta, la portò da un liutaio e me la restituiì perfetta». La cosa lo incuriosí al punto che da ‘93 ad oggi si dedica solo a quello. Inizia ad incuriosirsi alla liuteria, al perché uno strumento musicale si costruisce in un determinato modo. La risposta la trova in infiniti corsi in giro per l’Italia, l’iscrizione al conservatorio. Nella filosofia di Pitagora: note, numeri, armonia. «La conduzione del suono si basa su principi matematici- dice Giuseppe – Quando suoni uno strumento entri in armonia con l’universo. Costruirlo, poi, è come partorirlo». 

Naturalmente una buona tecnica è imprscindibile, perché «la liuteria è raffinatezza, eleganza». Uno strumento artigianale rispetto ad uno seriale è come un abito da sartoria. «In base alle esigenze del musicista si sceglie il legno, la rifinitura – spiega il maestro – Poi lo strumento appena finito non è già pronto. Il legno deve maturare cosí si concretizza. Le vibrazioni che lo colpiscono- continua – lo temprano ad un certo tipo di risposta, che è quella infondo che richiede il genere. Per questo ci sono chitarre jazz, classiche , da flamenco». A Crotone in pochi conoscono la sua attività e suoi clienti sono allievi cui impartisce lezioni o, prevalentemente, musicisti da ogni dove, meno che dalla sua città, salvo rare eccezioni. «Perché manca la conoscenza della musica – dice – quindi la connessione col mondo. L’Italia in generale è davvero uno stivale, non globalizza». 

Lui, però, questa nicchia di genere che è l’arte e l’artigianato della liuteria la gira in lungo e in largo, partecipando a mostre e manifestazioni in tutto il Paese. Lì ha modo di farsi conoscere e confrontarsi anche con i più grandi. Quanto alla musica, ogni anno organizza con i suoi allievi due saggi nella basilica cattedrale, uno a maggio, nel mese mariano, l’altro a dicembre in periodo natalizio. I suoi autori preferiti sono tanti, «ma il mio idolo musicale –  conclude – è Johann Sebastian Bach». 

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