X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

CATANZARO – Una estate torrida non solo per i picchi di temperatura che si sono verificati in alcuni giorni ma anche e soprattutto per la durata complessiva del permanere dell’alta temperatura. Una condizione che se ha potuto “aiutare” l’industria del turismo con giornate da trascorrere immersi nell’acqua del mare o nel verde rigenerante dei villaggi turistici e dell’entroterra di certo ha fortemente danneggiato il settore agricolo che dal caldo intenso e dalla siccità che ne è derivata ha tratto solo problemi e danni sempre più importanti. «L’ondata straordinaria di caldo – denuncia il presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Maruo D’Acri – verificatasi nelle ultime settimane ha compromesso molti raccolti e il bilancio dei danni per il settore agricolo calabrese diventa ogni giorno più negativo». Sono state fortemente danneggiate, infatti, molte delle colture di punta del settore primario della regione. «A risentire delle ripetute ondate di caldo sono state, soprattutto, le colture stagionali ma – continua la Cia – non sono state risparmiate colture permanenti quali vite e olivo. Anche la zootecnia regionale ha registrato un rallentamento della produzione del latte e degli incrementi ponderali degli animali da carne». Nel crotonese in particolare, secondo una prima stima, sono stati fortemente e definitivamente compromessi decine e decine di ettari coltivati a ortaggi. Il pomodoro da industria, in special modo, ha risentito del perdurare della terribile combinazione di siccità ed elevate temperature che hanno in alcuni casi azzerato le rese del prodotto in campo. «La Cia – ha affermato il Presidente Mauro D’Acri – nel chiedere alla Regione Calabria di sostenere e supportare, con tutto il suo peso, l’iter avviato dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania per pervenire alla dichiarazione dello stato di calamità naturale, ritiene comunque opportuna, subito dopo la pausa estiva, una approfondita riflessione sulle politiche strutturali da mettere in campo per prevenire ed evitare tali situazioni». D’Acri ha proposto l’istituzione, presso il Dipartimento Agricoltura, di un tavolo tecnico per avviare un confronto continuo tra gli attori competenti del territorio, individuare collegialmente strategie, misure e progetti funzionali, utili per contrastare il fenomeno della carenza d’acqua, nonchè comprendere quali possano essere le strade migliori da percorrere per reperire le risorse necessarie a completare i progetti incompiuti. «Per quanto riguarda l’impegno della Cia – ha concluso D’Acri – nel mese di settembre sarà avviata tra i propri associati una capillare campagna d’informazione, promozione e sensibilizzazione in merito alla necessità da parte degli imprenditori agricoli di utilizzare sempre più strumenti di riduzione del rischio d’impresa come le assicurazioni agevolate a cui purtroppo gli agricoltori, almeno per il rischio siccità, non si rivolgono con sufficiente decisione». 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE