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L’annuale report di JobPricing fotografa un’Italia divisa in busta paga, in Basilicata e Calabria stipendi più bassi

L’UNITÀ d’Italia, sul fronte delle retribuzioni, ancora s’ha da fare. È quanto emerge dalla nuova edizione del Geography Index di JobPricing, società specializzata in analisi delle retribuzioni, ieri anticipata da Repubblica.

In vetta alla graduatoria spicca la Lombardia, in coda Basilicata (ultima) e Calabria. E il divario è consistente: in Lombardia la retribuzione globale annua supera i 33mila euro, mentre in Calabria si ferma a 26mila 631 euro. Un dato, quello calabrese, ben al di sotto anche della media nazionale, calcolata da JobPricing sui dati 2022 e fissata a 30.830 euro. Solo nove regioni, secondo il nuovo report, si pongono al di sopra del dato medio e, fatta eccezione per il Lazio, si trovano tutte nel nord Italia.
Per la Calabria, che pure conferma sempre la penultima piazza rispetto all’anno precedente, l’unico elemento positivo è un lieve miglioramento del reddito annuo, che nel 2022 si fermò a 25mila 698 euro.

I DATI PROVINCIALI

L’analisi dei dati delle singole province vede di nuovo la Calabria ‘primeggiare’ in coda alla classifica, con Crotone che si piazza al penultimo posto con 25mila 455 euro: peggio fa solo Ragusa con 24.129. Sul podio invece troviamo Milano, al primo posto, con un reddito globale annuo di 36mila 952 euro, e a seguire Trieste e Bolzano con una retribuzione complessiva che supera i 34mila euro.

E le altre province calabresi? Quella che fa meglio è Catanzaro, 78ma in classifica con 27mila 528 euro. Vibo Valentia la segue solo di una posizione (è 79ma) con un reddito annuo medio di 27mila 523. A Reggio Calabria ci si attesta sui 26mila 980 euro, mentre Cosenza a livello regionale è solo penultima (e in classifica generale è 98ma) con 26mila 320 euro. Per tutte dati in miglioramento, anche se nel complesso il posizionamento in graduatoria le vede tutte scivolare in basso rispetto al 2022.
A peggiorare, infatti, è l’index, calcolato da JobPricing, ovvero il delta rispetto alla media nazionale. Per dirla in modo semplice: considerata ‘100’ la media dei redditi annui del Paese, tutte le province calabresi si collocano al di sotto quest’anno, mentre lo scorso anno ad arrancare era solo Crotone.

E così, oggi troviamo Milano con un Geography Index che sfiora 120, mentre Crotone è ferma a 82,6 e delle altre province calabresi nessuna raggiunge 90.

GLI ESTREMI SI ALLONTANANO

Se da un lato, quindi, le retribuzioni crescono (anche se non vanno certo al passo dell’inflazione), dall’altro gli estremi – le piazze alte e basse della classifica – si allontanano.

«Anche nel 2023 si registra una grande dispersione dei range salariali – spiega a Repubblica Alessandro Fiorelli, ceo di JobPricing – Questo scenario porta ancora una volta a chiedersi se, una volta stabiliti paletti minimi a livello nazionale, non sia giunto il momento di spostare il focus della contrattazione salariale dal livello nazionale a quello territoriale o addirittura aziendale per ottenere un sistema retributivo più equo e più efficiente nel coniugare domanda e offerta di lavoro – spiega Fiorelli – Si avrebbe una ricaduta positiva sui livelli salariali e si consentirebbe una maggiore velocità nei rinnovi contrattuali».

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