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La sede della Regione Calabria a Germaneto

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La Procura generale della Corte dei conti: sanità in Calabria viziata da bilanci in ritardo e cifre sconosciute. Oltre un miliardo e 800 milioni di residui passivi

COSENZA – La sanità calabrese nel 2021 ha prodotto oltre un miliardo e 800 milioni euro di residui passivi, il 65% di tutti i passivi del bilancio regionale. A certificarlo è la Procura regionale della Corte dei conti nella requisitoria alla parifica del rendiconto annuale. Una cifra “monstre” che però non tiene conto del contenzioso, ad oggi mai chiarito e quasi impossibile da quantificare soprattutto nelle due Asp che non presentano un bilancio da anni, Reggio Calabria e Cosenza.

L’unico dato a disposizione è una vecchia rilevazione dell’Asp di Reggio Calabria che certifica, molto approssimativamente, 500 milioni di euro di contenzioso. Il resto è soltanto pura ipotesi. Anche lo stesso avanzo di gestione di 146 milioni di euro è frutto non solo della mancata spesa dei fondi Covid, ma non tiene conto appunto della situazione gravissima di alcune aziende, al momento «non in grado di valutare e di quantificare correttamente in bilancio i crediti di dubbia esigibilità e/o i crediti estinti».

La situazione è particolarmente grave e si protrae da troppo tempo, ma c’è da tenere conto anche un altro aspetto. L’intero impianto dei conti relativi alla sanità è in premessa inattendibile proprio perché manca un bilancio consolidato del sistema sanitario regionale. La Corte dei conti nelle sue verifiche si è dovuta appigliare al conto economico cristallizzato al quarto trimestre 2021. E qui la “mano” di Occhiuto è importante. Perché significa che i bilanci 2021 non sono stati approvati, o l’operazione è stata fatta in estremo ritardo.

Questo apre una ulteriore riflessione sul ruolo dei super consulenti, come il caso dell’inoperativa Azienda zero del commissario Profiti, chiamati nell’ultimo anno con l’obiettivo di risanare i conti sanitari. Una operazione che, programma operativo alla mano e quindi al momento solo sulla carta, non si concluderà prima di aprile 2024. L’accusa indiretta, della Corte dei conti è grave proprio perché certifica l’intempestività nel chiudere i bilanci. E poi c’è la questione del miliardo 889.954.842 milioni euro di residui passivi rimasti sotto il tappeto.

Da tempo Occhiuto racconta che dall’operazione “verità” sul debito spunteranno cifre non così spaventose, ma c’è chi scommette che assieme al contenzioso il “buco” della sanità calabrese sfonderà i due miliardi di euro. Una previsione nerissima. «Condivisibilmente – si legge nella relazione – poi la Sezione di controllo evidenzia che anche la mancata o incompleta ricognizione dell’esatto ammontare dei debiti e del contenzioso, non consente di quantificare correttamente le poste passive con ogni immediata conseguenza in termini di sottostima delle stesse. E ciò al netto della situazione debitoria dell’Asp di Reggio Calabria i cui dati non sono noti».

Siamo dunque in pieno far West, con un fardello ereditato dalla gestione Spirlì che Occhiuto al momento non ha gestito con risolutezza ma ingigantendo la struttura attorno a sé. Lo dimostra l’enorme ritardo sull’approvazione dei bilanci o le assurde procedure di riapertura di quella già approvati, come capitato anche per il bilancio di previsione dell’Asp di Cosenza.

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