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I fondi Covid in Calabria sarebbero stati spesi male e mal rendicontati e i Ministeri ne reclamano la restituzione

Finito il Covid comincia la resa dei conti pubblici, mentre ai piani alti della Cittadella si consuma il giallo dei futuri direttori generali. Il ministero dell’Economia vuole indietro i fondi stanziati per l’emergenza Covid della Calabria. E questo perché male rendicontati, in larga parte non utilizzati per gli scopi necessari e ancora oggi abbondantemente non spesi. La bomba, che rischia di deflagrare in mano ai commissari straordinari alle prese con i bilanci, nasce da due grandi problemi.

I FONDI COVID IN CALABRIA: LE CRITICITÀ CONTESTATE

La spesa vincolata e le rendicontazioni. In nessuno dei due casi sembra esserci chiarezza. Sui fondi Covid negli ultimi anni il tavolo Adduce non ha fatto sconti, è dalla prima ondata che va ripetendo nei verbali che la Calabria non sta spendendo i fondi necessari per assunzioni, aumento dei posti letto e personale strettamente legato all’emergenza. In larga parte questi fondi sarebbero stati utilizzati per altro. Ma questo vale anche e soprattutto per le aziende sanitarie che non riusciranno a chiudere i bilanci. Molte infatti hanno utilizzato questi fondi vincolati per coprire spese non propriamente legate alla pandemia.

Nell’ultimo verbale disponibile sono stati certificati 61,9 milioni di euro ancora nelle casse della regione e non utilizzati. Sono il 53% dei finanziamenti Covid ricevuti. Il restante è malamente rendicontato. Una questione enorme perché in totale la Calabria ha ricevuto circa 115 milioni di euro. La questione però non riguarda solo le precedenti gestioni commissariali ed entra prepotentemente sul presente.

IL SECONDO GIALLO, I DIRETTORI GENERALI

Giovedì oltre alla nomina di Battistini a commissario dell’Asp di Catanzaro erano attesissimi i due decreti di nomina a direttore generale delle Asp di Cosenza e Reggio Calabria rispettivamente di Antonello Graziano e Lucia Di Furia. Decreti però che non si sono “manifestati”. Sono in tanti ora a porsi la domanda della mancata nomina dei due a direttore generale, essendo entrambi due manager di estrema fiducia del commissario Occhiuto.

L’interferenza sarebbe legata alla presenza di un dirigente regionale che negli ultimi tempi si è occupato anche e soprattutto di debito sanitario, nella rosa dei nomi che vorrebbe lasciare la Cittadella per un posto da direttore generale. Si tratta di voci di corridoio che però ingrossano ulteriormente le voci su un possibile “rotazione” in una delle due aziende.

LA REPLICA DELLA REGIONE: «NON CI SONO RISCHI»

Sul rischio di vedersi chiedere indietro i fondi covid, la Regione, per il tramite di Giuseppe Profiti, commissario straordinario di Azienda Zero, ha voluto gettare acqua sul fuoco.

«Occorre precisare – sostiene Profiti riferendosi espressamente alle indiscrezioni pubblicate dal Quotidiano del Sud – che la Regione Calabria non corre alcun rischio in relazione ai cosiddetti fondi Covid. Le risorse ricevute dal Ministero della Salute sono state tutte assegnate alle Aziende sanitarie provinciali e alle Aziende ospedaliere, e sono semplicemente in fase di rendicontazione».

Delle puntualizzazioni, inoltre, Profiti le esterna anche riguardo «la seconda parte dell’articolo in questione, che riguarda la nomina dei direttori generali delle Asp di Cosenza e Reggio Calabria», il quale, per il dirigente regionale «è privo di ogni fondamento».

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