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Gianvito Casadonte, vulcanico manager di spettacolo catanzarese, con incarico in Calabria Film Commission, sovrintendente del Politeama, direttore del Magna Grecia festival, autore e conduttore di programmi Rai, è stato in visita privata da Papa Francesco in compagnia di Michele Placido. E questo è un fatto privato.

Ho trovato, invece, rilevante, per la cultura calabrese, che il buon Casadonte al Papa abbia portato in dono dei libri di autori della nostra regione.

Francesco ha potuto sfogliare e mettere nella sua ricca biblioteca: “Prevedere l’imprevedibile – Il Senso dei Luoghi” di Vito Teti, “Il Drago d’Aspromonte” di Gioacchino Criaco, “Non Chiamateli Eroi” di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri. “Innovazione armonica un senso di futuro” di Francesco Cicione.

Per chi, come noi, promuove ogni giorno i libri calabresi, è questa una buona e bella notizia.

Che un Papa dalla mente aperta possa soffermarsi sulle riflessioni antropologiche di Vito Teti sui mutamenti della pandemia, che conosca meglio l’intima essenza dell’Aspromonte grazie alla potente scrittura di Criaco mettendola a confronto con i due migliori divulgatori – la coppia Nicaso e Gratteri, – di saggi legalitari è un elemento simbolico di rinascita.

Non mi meraviglio che del poker faccia parte anche Francesco Cicione, figura innovativa della nuova Calabria che nelle sue pagine trae riflessione anche dalle encicliche del suo molto più noto omonimo.

Mi auguro che Papa Francesco apprezzi le pagine di questi autori calabresi e che gli permettano di meglio conoscere la nostra regione, che già incontrò nello storico viaggio a Cassano nel 2014.

E siccome sperare non costa nulla, sarebbe bellissimo se qualcuno invitasse Papa Francesco a Vibo capitale italiana del libro. Se lui accettasse, sarebbe il miglior testimonial possibile.

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