X
<
>

I carabinieri di Piacenza

Condividi:
6 minuti per la lettura

L’immagine delle banconote da 50 e da 20 che gli ex carabinieri di stanza a Piacenza mostrano soddisfatti per il modo con il quale li hanno ottenuti sta comunque in un ragionamento precedente a tutti gli altri: quella fotografia appare come l’icona della morte dell’uomo e di ciò che aveva dentro. Delle indagini poco, qui, ci interessa, e se fosse un “sistema”, un modus nell’Arma dei Carabinieri, dovremmo fare subito le valigie e lasciare l’Italia.

Ha ragione invece un caro amico meditativo con il quale ci chiediamo qualcosa in merito, e da tanti anni, senza ottenere risposte soddisfacenti: marce sono le mele, perché marcia è una società fatta di uomini e donne i cui modelli sono il denaro facilissimo (nella convinzione ebete, se si tratta di crimini, di farla sempre franca), il possedere, l’apparire, senza più alcun valore da dare a nulla e a nessuno. Sui social masse di commentatori esprimono invidia per il mantenimento ottenuto dalla signorina Pascale post separazione da Silvio Belusconi, invece che rabbrividire alla sola idea, preferendo pane e acqua tutta la vita, difendendo con forza il diritto allo splendore della povertà libera da ogni condizionamento, da carceri peggiori di quelle in cemento armato.

Di che cosa parliamo, perciò. Due verbi si coniugano e si intersecano alla perfezione: dimenticare e trascurare. Un tempo nel mondo eravamo maestri. Nelle arti, nella letteratura, nell’economia illuminata e visionaria. Pensiamo a vicende come quella di Olivetti, e in quel contesto storico poi. Fantascienza rispetto a oggi, diventati come siamo maestri del nulla. Avendo dimenticando tutto, tutto si trascura come poco importante. Il bene delle persone, la costruzione di esso. Facciamo un giro da Milano a Roma, da Napoli a Palermo. Davvero sentiamo queste città profumare, come le camicie bianche dei nostri nonni, di storia, di bellezze, di parole che sono state importanti, di grandi ideali e grandi movimenti politici (con le dovute e puntuali eccezioni). Queste categorie, così possenti, così piene di sostanza, sono state oltraggiate, violentate. E dimenticate.

Viviamo nella Grande Involuzione. Non è un paese evoluto un paese dove fa notizia che una donna, Margherita Cassano, possa diventare prima presidente della Cassazione, per esempio. Non è un paese evoluto un paese dove a quelle masse sempre più tenute sotto al tacco come mozziconi di sigarette viene inculcato, con l’inganno, che esista un nemico venuto dal mare. Quando il vero nemico è chi sceglie per noi le persone da odiare. Il paese degli “assassini dello spirito, che camuffano come prestigiatori”. Ci avvertiva già negli anni ’70 il grande fisico e pensatore Enrico Medi. Siamo orfani, ecco.

È un’Italia orfana di madri e padri, di donne e uomini sostanziosi come questi. Valorosi, capaci di pieni silenzi e pieni di parole. Sapevano spiegare l’amore, la scienza, e la scienza e l’amore mescolati. Sapevano con valore rispondere agli abusi, alle ingiustizie. Ai fascisti. Davanti a milioni di italiani in diretta televisiva Enrico Berlinguer sbatté in faccia al camerata Mario Pucci che blaterava in merito al coraggio di quanto, al contrario, erano stati coraggiosi soltanto quando alle spalle avevano i mitra e la protezione delle SS. Era da un mese segretario del Pci, ad aprile del 1972. Oggi il leader del Pd Zingaretti tutto ciò che riesce a sfoggiare è un pallido sorrisetto per ciascuna occasione.

Non è un paese evoluto un paese che dimentica i giovani, la scuola, le università, la ricerca, quando queste sono un’arma infallibile per lottare contro quel nuovo ordine fondato sui vecchi privilegi e le vecchie ingiustizie, dove l’unica brillante idea sull’istruzione termina sul binario morto di banchi e sedie a rotelle come al luna park.

È un paese capovolto, questo, dove chi soffre non fa notizia. Dimenticato. Trascurato. Ignorato. Secondo le stime della Caritas nei tre mesi più difficili della pandemia, da marzo a maggio, i “nuovi poveri” sono aumentati del 34 per cento. Si tratta di persone dei nostri pianerottoli che mai nella vita avevano dovuto ricorrere a un pacco alimentare o alla richiesta di aiuto per pagare una bolletta, e che ora lo fanno. Non esiste una politica sociale che sia degna (a parte l’elemosina del reddito di cittadinanza), che rivoluzioni le carte in maniera essenziale. Pensiamo alla differenza culturale con paesi come l’Irlanda o la stessa Gran Bretagna (mister Jhonson permettendo): rivoluzionare, trasformare la vita delle persone senza un tetto dove dormire, impiegandole come guide turistiche. Abbiamo letto con stupore del signor Derek McGuire, che dopo la fine di un matrimonio e la crisi lavorativa era ormai un homeless. Gentile, dall’aspetto regale, un giorno nel 2014 si ritrova per strada a raccogliere il destino della sua vita. Ebbene Derek oggi percorre 2,5 chilometri dalla Cattedrale di San Patrizio alla Old Library raccontando alle persone la storia di quel quartiere di Dublino. Perché in Italia non si hanno visioni così alte? Perché questo è un paese cialtrone, diciamocelo. Ma non occorre nemmeno, necessariamente, pensare ai poveri, agli anziani abbandonati a casa o nelle case di riposo. Ci chiediamo, tra gli esempi, che fine abbiano fatto i 200 ragazzi italiani che negli States rischiano di finire in strada (se non ci sono già finiti) licenziati dalla Disney a causa del Covid e che dovevano lasciare i loro appartamenti entro il 17 aprile scorso, senza un dollaro più per prendere un volo Alitalia, la compagnia di bandiera (quale, bandiera?) e le cui famiglie si erano rivolte al nostro ministero degli Esteri senza ricevere alcuna risposta.

Questa è l’Italia che dimentica, che ignora. Paolo Pasquali, 29 anni, e Stefano Fallone, 53, sono morti il 20 luglio scorso dopo un volo di venti metri mentre erano impegnati a tagliare una trave di cemento in cima a un edificio in ristrutturazione, in piazza Lorenzo Ceva, a Roma. Il più giovane era solo un apprendista. Perché accade questo? Committente è Gheraldi Proprety, che incarica il Gruppo Zeta, che affida in sub appalto a Tecnotagli srl. Sembra la canzone di Sergio Endrigo. Invece è una oscura realtà, fatta di innumerevoli dubbi che forse mai verranno sciolti in merito alla sicurezza. Sono morti due operai. Verranno dimenticati, vilipesi dall’incuranza. Verranno altri morti, e in mezzo le parole inutili di ministri, sindacalisti, esperti, quando sappiamo che la verità si conoscerà forse mai in merito a responsabilità e mancanze, nel paese delle mancanze. Come meravigliarsi poi che quattro imbecilli usino la divisa dei carabinieri per delinquere?

Gino Strada ha ragione quando, avvilito, sebbene mai arreso, sostiene che ignorare è l’atto di violenza tra i più vigliacchi. Ma come scriveva Anna Frank forse c’è ancora spazio, anche adesso, in mezzo a questo lager dove ragione e sentimento sono imprigionati. Lo spazio per poter pensare non a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane?

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE