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GIORGIO Napolitano sarà ancora l’inquilino del Colle. Il suo secondo mandato è stato conquistato con i 738 voti conquistati durante la sesta chiama per i “grandi elettori”. Per il calabrese Stefano Rodotà sono arrivati, invece, 217 voti espressi dal Movimento 5 Stelle, da Sel di Vendola ma anche qualche voto extra che potrebbe essere venuto dal Pd. Altri 8 voti sono andati a De Caprio, 4 a D’Alema e 2 a Prodi; 12 le nulle e 10 bianche. E mentre nella Camera dei Deputati si snodava la lunga trafila del voto, fuori è montata la protesta e il sostegno per il giurista calabrese. Sempre più persone hanno presidiato piazza Montecitorio gridando “Ro-do-tà” e “vergogna”, mentre Beppe Grillo ha annunciato il suo arrivo in piazza per la tarda serata. Il leader dei “grillini” ha parlato di «colpo di Stato», facendo scattare la protesta delle altre forze politiche. 

Al punto che lo stesso Rodotà ha preferito leggere una nota per abbassare i toni. «Ringrazio tutti quelli che pensano a me e sono contento che il mio nome parli alla sinistra italiana. Per quanto riguarda le ultime vicende – ha spiegato – sono sempre stato convinto che le decisioni parlamentari possano e debbano essere discusse e criticate anche duramente ma partendo dal presupposto che si muovono nell’ambito della legalità costituzionale». Lo ha dichiarato Stefano Rodotà ai giornalisti precisando di non voler rispondere «a domande perchè non voglio creare più problemi di quanti non ce ne siano». In piazza anche tanti scontenti del Partito democratico, a dimostrazione che le lacerazioni interne non sono affatto superate. Il giuramento di Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica si terrà lunedì alle 17. Lo si apprende da fonti parlamentari.
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