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COSENZA – Il giorno dopo la fine dei congressi per l’elezione del segretario provinciale del Pd arriva l’ufficialità: la Commissione Provinciale per il Congresso di Cosenza ha certificato i verbali dei 107 congressi svolti e ufficializzato l’elezione di Luigi Guglielmelli. I dati verranno comunicati domenica.
Ma la contesa tra cuperliani e renziani si sposta sull’affluenza a Cosenza. I primi forniscono un po’ di numeri sulla tornata congressuale e sentenziano alla fine che, dati alla mano, Laratta si sarebbe ritirato perché «la sconfitta era certa». I secondi ribattono, dicendo che ai dati del comitato di Guglielmelli non credono e che, per quanto ne sanno loro, a votare è andata meno della metà degli iscritti.
Andiamo con ordine. Al voto si sono recati 107 circoli su 127, che contano al loro interno 9284 iscritti. Guglielmelli ha ottenuto 4902 voti 680 sono andati a Laratta. In tutto quindi, sommando le 422 schede nulle o bianche, alle urne sono andati circa 6000 iscritti: oltre il 60 per cento degli aventi diritto. Negli altri 20 circoli (con 1493 tesserati) il congresso sarebbe saltato perlopiù «per difficoltà organizzative e politiche che nulla hanno a che fare con la protesta intentata da Franco Laratta». Di sicuro, invece, i congressi saltati per protesta sono quelli dei circoli a maggioranza renziani di Rende, Diamante e Cosenza 3. I cuperliani ne deducono quindi che Laratta avrebbe potuto prevalere «solo nel caso che l’imbroglio del “tesserificio” avesse investito decine di migliaia di euro per nuove migliaia di improbabili iscrizioni».
I renziani, di contro, parlano invece di «clamorosa sconfitta di Guglielmelli» perché «correndo da solo e senza alcun controllo, non ha raggiunto nemmeno la metà dei votanti. Ammetta la sconfitta e si faccia da parte». Loro quei risultati non li riconoscono. «Non possiamo essere certi di nulla, visto che il congresso si è quasi interamente svolto senza il candidato della nostra area, senza i nostri garanti, senza gli effettivi organi di garanzia congressuale, senza alcun rispetto per le più elementari regole del confronto democratico», scrivono.
«I falchi hanno perso, ora guardiamo al futuro – ribatte Guglielmelli – Ad essere clamoroso è il comunicato dell’area Renzi che continua in un atteggiamento di scontro totale, falsificando dati e fornendo interpretazioni di parte e che non hanno alcun riscontro. Considerata la prova di forza ingaggiata, e persa, da tutti i componenti dell’area Laratta che si sono battuti con vigore sul non voto e sull’astensione, il dato di Cosenza è straordinario». Tanto più che, ricorda poi il Comitato pro Cuperlo, «nel 2009 alla convenzione provinciale, in cui votano solo gli iscritti, partecipò il 61,7% degli aventi diritto». Ecco le percentuali rielaborate dai cuperliani: «Guglielmelli ha totalizzato 4902 voti pari ad una percentuale dell’88% dei voti validi ed al 55 % degli aventi diritto».
E arriva pure una stoccata sui congressi saltati di Diamante, Rende, Cosenza 3 dove il voto «è stato impedito da una vera e propria gestione privatistica e proprietaria da parte di Sandro Principe, Ernesto Magorno e Mario Maiolo». Nel frattempo Ernesto Magorno ha scritto anche a Rosy Bindi, chiedendole di prendere posizione, giacché eletta in Calabria. «E’ una richiesta di intervento pacata ma dai toni amari – dice – perché è sconcertante che, nonostante le contestazioni verificatesi, i numerosi ricorsi presentati, a tutti i livelli, non si sia avuto un riscontro oggettivo e immediato in merito ai fatti denunciati, alla legittimità della composizione delle commissioni di garanzia, ai criteri con cui si è proceduto alle nomine e alla validità degli atti attestanti tali nomine».
Nel bailamme di dati, contestazioni, strappi e veleni, un po’ d’ordine dovrebbe arrivare domani, dalla commissione nazionale per il congresso. «Alcune situazioni locali saranno oggetto di stringenti e rigorosissime verifiche ha detto ieri mattina il segretario nazionale Guglielmo Epifani da Largo del Nazareno Le situazioni sotto osservazione sono principalmente quelle di Asti, Rovigo, Piacenza, Frosinone e Cosenza». E tuttavia in questo quadro Cosenza è in controtendenza perché mentre altrove la polemica riguarda il tesseramento gonfiato, in Calabria i renziani hanno fatto ricorso contro la “calmierazione” delle iscrizioni.
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