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CATANZARO – Le dimissioni del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, annunciate ieri dopo la condanna a sei anni di carcere per i fatti di Reggio Calabria (LEGGI), hanno stravolto in poche ore gli equilibri politici. E se da un lato c’è già chi punta alla successione del governatore, dall’altro c’è chi tenta di gettare acqua sul fuoco, con l’obiettivo di convincere lo stesso Scopelliti a non dimettersi (LEGGI LE PROSSIME MOSSE) ma a proseguire l’esperienza di centrodestra con un vicepresidente (LEGGI LE DIMISSIONI).
Una linea che sarebbe stata sostenuta ieri, durante i vertici di maggioranza, dagli esponenti di Forza Italia, ma che oggi è stata ribadita dall’Udc con una nota diffusa dopo un incontro tra i consiglieri regionali e il segretario Gino Trematerra. Per questo, i centristi hanno richiesto «un incontro urgente, prima della seduta del Consiglio regionale prevista per lunedì 31 marzo, con tutti i segretari dei partiti che compongono la maggioranza». 
Il messaggio è chiarito ancora meglio in un passaggio della nota stampa, nel quale oltre alla solidarietà nei confronti del governatore si aggiunge: «Esprimiamo, contemporaneamente, anche l’auspicio a proseguire nell’impegno politico, specie in questo momento particolare, per portare avanti il progetto comune».
In poche parole, l’Udc si chiede se non sia più opportuno proseguire con l’esperienza amministrativa regionale. «Occorre capire – spiegano in una nota – considerata la fase complessa che stiamo attraversando, in una logica di massima lealtà e condivisione dei percorsi che si deciderà d’intraprendere, come s’intende procedere per evitare possibili disorientamenti e ritardi nelle risposte urgenti che i calabresi ai attendono da tutti noi». 
«Al presidente Scopelliti – proseguono – riconosciamo il pregio della chiarezza e della trasparenza, nel rapporto con persone e forze politiche, che l’hanno sempre contraddistinto. L’Udc, il cui rapporto con il Presidente della Regione è stato avviato nel 2010 per smuovere le incrostazioni calabresi e per imboccare la strada dello sviluppo, ha sempre considerato il presidente Scopelliti una persona rispettosa della legalità e dei diritti. Quanto accaduto con la sentenza del tribunale di Reggio lascia, pertanto, molto perplessi per l’asprezza della pena, ma, nel contempo, mette in luce la contraddittorietà di una legge che vorrebbe precludere, dopo il primo grado di giudizio, l’agibilità politica di una persona che ha avuto l’espresso mandato dei calabresi a guidare la Regione. Si è in presenza di una norma che contrasta con la Costituzione e che andrebbe rivista con immediatezza». 
«AL VOTO IN PRIMAVERA» – Ma se i centristi provano a proseguire il percorso, c’è chi invece accelera e chiede di portare la Calabria al voto. A sostenere questa tesi è il Partito democratico, sia attraverso il segretario Ernesto Magorno, sia con il gruppo consiliare di palazzo Campanella che ha intenzione di coinvolgere tutti i gruppi di opposizione.
«Si potrebbe votare anche a giugno – ha detto Magorno – e io premerò sui nostri rappresentanti istituzionali a Roma per far sì che ciò avvenga». 
Davanti alle prossime dimissioni del governatore Giuseppe Scopelliti, Magorno ha sottolineato le azioni che il partito intende portare avanti, rimarcando le intenzioni dei democratici: «Punteremo su una personalità di completa svolta e pieno rinnovamento», ha affermato il segretario che non ha precisato, però, se si procederà con le elezioni primarie o se ci sarà un’indicazione di natura diversa. Su Scopelliti, il deputato del Pd ha aggiunto: «Non esulto per la condanna, ma registro il suo totale fallimento».
«APPROVARE PRIMA LO STATUTO» – Anche il senatore Antonio Gentile prova a rallentare i tempi delle dimissioni, nella consapevolezza che sia ormai difficile non procedere. Dopo aver riconosciuto allo stesso Scopelliti la leadership del Nuovo centrodestra in Calabria, il senatore rivolge un appello «affinché non si crei un imbuto istituzionale e queste dimissioni vengano formalizzate dopo l’approvazione in seconda lettura delle modifiche allo Statuto».
«FEROCE AGGRESSIONE» – Un clima che si infiamma, dunque, al punto che lo stesso Scopelliti, intervistato da Sky Tg24 ha detto: «In questi anni si è costruito intorno alla mia persona un clima di feroce aggressione. E fa parte di una strategia; una parte entra nei palazzi del potere e l’altra ha visto coinvolti anche altri segmenti della società a costruire un clima di aggressione e quindi di eliminazione». 
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