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CATANZARO – Dalle accuse al vetriolo, con il rimpallo di responsabilità, fino alla richiesta di denunciare il premier Matteo Renzi. La nomina del commissario per il piano di rientro dal debito sanitario ha conquistato la polemica politica, inserendosi anche nel continuo botta e risposta tra il sub commissario Luciano Pezzi e l’assessore regionale Domenico Tallini. Risultato finale: l’intera Giunta regionale ha chiesto formalmente «la non più differibile nomina del commissario ad acta per il piano di rientro sanitario e la rimozione del sub commissario, generale Luciano Pezzi». 

La lettera è stata indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, ed ai Ministri della Salute, Economia e Finanze ed Affari Regionali, dal presidente f.f. della Regione Calabria Antonella Stasi e dagli assessori regionali. Nella missiva l’esecutivo evidenzia le gravi difficoltà causate dalla mancata nomina del commissario ad acta per il piano di rientro. 

«Il Consiglio dei Ministri – si legge nella lettera – non ha ancora oggi inteso porre rimedio con la nomina del nuovo Commissario, nonostante le reiterate richieste e sollecitazioni che in tal senso sono state rivolte, con la conseguenza che, da un lato, in Calabria ci si muove in ambiti di dubbia appropriatezza, e dall’altro la stessa funzione di affiancamento che i sub commissari sono deputati a svolgere, svanisce per l’assenza dell’organo da affiancare. E quindi, in disparte le riprovevoli iniziative di cui si è detto, tale evidenza comporta, altresì, una perniciosa paralisi dell’attività amministrativa, destinata a proseguire, atteso il principio di continuità dell’azione amministrativa, in quanto direttamente correlata al raggiungimento dello scopo da perseguire». Inoltre la Giunta nella lettera evidenzia che «il sub commissario, Luciano pezzi, non si risparmia nell’esprimere giudizi di grave disvalore nei confronti della capacità politica ed operativa degli organi e delle strutture regionali, fino a scendere ad apprezzamenti e considerazioni di natura personale e professionale di assoluta intollerabilità». Un richiamo evidente, quindi, alla polemica in corso tra Tallini e Pezzi, con al centro la gestione della sanità e le scelte della politica nel settore.

Tutto ciò, secondo l’esecutivo ha alterato «lo spirito di collaborazione che deve necessariamente ispirare e sovrintendere a tutte le attività previste per l’attuazione del piano di rientro della Regione Calabria, con conseguente palese pregiudizio per quella leale ed efficace sinergia istituzionale che costituisce l’elemento portante dell’Intesa nella quale il Piano affonda le sue radici, e l’assenza della quale comprometterebbe irrimediabilmente la realizzazione dei risultati attesi connessi al piano di rientro, nel superiore interesse pubblico». Per questo l’esecutivo chiede «l’immediata nomina del Commissario ad acta per il piano di rientro, il contestuale esonero del generale Luciano Pezzi dalle funzioni di sub commissario a causa delle non sanabili incompatibilità».

 

Ma la mancata nomina del commissario è stata anche al centro di una polemica a distanza tra la coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli, e la deputata del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci. La deputata forzista ha chiesto alla «Giunta regionale della Calabria di deliberare formalmente di denunciare il Presidente del Consiglio dei Ministri alla competente Procura della Repubblica»; la collega grillina ha replicato sostenendo che la proposta sia da considerarsi «comica»: «Ma Santelli crede davvero di poter vendere all’opinione pubblica l’idea che il governo sia altro rispetto a Forza Italia, che per mero calcolo di Berlusconi lo sostiene dall’esterno?».

Lo scontro sulla rivisitazione dell’Ufficio del commissario si acuisce nei giorni in cui emergono nuovi dati critici emergono sulla situazione della sanità. Da un lato la grossa spesa per l’esenzione dei ticket, con l’82% delle visite effettuate non a pagamento (LEGGI); la seconda con la polemica tra Governo e Regione sui possibili tagli al comparto sanità (LEGGI). 

 

 

 

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