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Il Consiglio regionale della Calabria

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CATANZARO – La crisi di governo condiziona le attività politiche periferiche. Nel caso calabrese rallenta le trattative per la formazione delle alleanze elettorali. In misura minore il centrodestra, in misura maggiore il centrosinistra, e, per riflesso, l’area movimentista. Il centrodestra come coalizione è bella che pronta. Ha solo due problemi: calmierare e disciplinare gli ingressi; e scegliere la guida all’interno degli azzurri, salvo diverse intese. Problemi non da poco, ma meno assillanti di quelli che ha il centrosinistra. I cui due assi portanti, Pd e 5S, si stanno progressivamente allontanando tra loro.

Il paradosso è: mentre i rapporti si rinsaldano a Roma, in Calabria si sfilacciano ogni giorno che passa. Alcuni, a dentro di tali questioni, riferiscono che i grillini potrebbero sfilarsi da questa possibile alleanza regionale perché il grosso dei suoi potenziali elettori, iscritti, simpatizzanti e militanti, sono attratti dal sorgente movimentismo di Carlo Tansi e Luigi De Magistris. Qualcuno ipotizza addirittura che il partito, in quanto sigla M5S, potrebbe rinunciare addirittura a presentare la lista con il proprio simbolo. Che sia tormento vero all’interno dei pentastellati lo dimostra il diverso atteggiamento dei suoi membri.

In Calabria c’è una plastica dimostrazione della diversità di posizione. Per esempio il senatore Nicola Morra, cosentino di elezione, rispetto alla crisi di governo, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera: «Nei prossimi giorni valuterò se sarà il caso di continuare la mia battaglia per il cambiamento. Non escludo però che si diano altri scenari e dovrò valutarli con attenzione».

In pratica si dichiara deluso per le aperture a “Italia viva” di Matteo Renzi perché «in occasione della crisi si sono susseguite dichiarazioni nette, forti, di chiusura nei confronti di Matteo Renzi» e anche in Aula «il premier è stato implacabile e duro nei confronti dello stesso senatore». Conclude Morra: «ho difficoltà a individuare un solo motivo politico, qualitativo, per cui si possa rinnegare quel giudizio, in quanto ritengo Renzi responsabile di una crisi inaccettabile in un momento grave come quello della pandemia che stiamo vivendo».

Di parere di verso la sua conterranea, la parlamentare Dalila Nesci, quando afferma: «Parole guerriere, gruppo legato all’area della sinistra del M5s, chiede che, dalla crisi, nasca un governo con forte identità M5s. Questa mattina (ieri ndr) si è riunito il think tank dei parlamentari di Parole guerriere per fare il punto sulla crisi di governo in atto. Le parole d’ordine emerse sono state: compattezza, identità e condivisione.

Le uscite irresponsabili minano la forza del M5s nelle delicate trattative che sono in corso e che toccano da vicino il futuro dell’Italia in piena crisi sanitaria, sociale ed economica. La linea comune si basa sulla consapevolezza che compatti possiamo essere protagonisti nel nuovo esecutivo per continuare a dare risposte ai cittadini»

In realtà questa divaricazione potrebbe essere molto bicefala. Disaccordo totale in Calabria e accordo relativo a Roma. I prossimi giorni ce lo diranno con precisione. Il Pd l’ha capito e aspetta la conclusione della crisi di governo per fare scelte esaustive. Che al momento appaiono al ribasso.

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