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Antonio Viscomi

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COSENZA – Boccia è stato nuovamente bocciato. Anche l’europarlamentare Laura Ferrara, come ampiamente prevedibile, ha rifiutato l’offerta di candidarsi alla presidenza della Regione. Il suo no ufficiale è arrivato nel pomeriggio di ieri con una nota di grande schiettezza (LEGGI). «Il confronto per individuare la migliore soluzione per la candidatura a Presidente è ancora in corso – ha scritto la Ferrara – ma questa fase non può incentrarsi esclusivamente sulla ricerca di un nome: occorre riprendere un confronto schietto e aperto sul progetto politico, per ricostruire quello che anni di mala politica hanno distrutto ed edificare la Calabria di domani mettendo a frutto le tantissime risorse che presto arriveranno per la ripartenza, coinvolgendo tutte le forze progressiste e riformiste, politiche e civiche, che si rivedano in tali obiettivi, in modo da partecipare al prossimo appuntamento elettorale con forza, compattezza, maturità e senso di responsabilità». Insomma l’europarlamentare chiede un maggiore coinvolgimento di tutte le forze di sinistra, probabilmente pensando anche al polo civico di Luigi de Magistris.

In realtà in questa fase molto confusa, una certezza c’è: il Pd non convergerà mai sull’ex pm. Non è solo o tanto una questione ideologica, della contrapposizione cioè fra una visione populista e una riformista; c’entra anche fino a un certo punto l’avversione di pezzi del gruppo dirigente calabrese verso il candidato, ma il punto vero è di credibilità politica per il Pd che a Napoli sta impostando tutta la campagna elettorale sui disastri economico-finanziari lasciati dal sindaco di Napoli. Sarebbe difficile per i dirigenti nazionali giustificare l’opposizione frontale a Napoli e, nello stesso tempo, l’accordo in Calabria. In sintesi come al solito le ragioni di alcune strategie nulla hanno a che fare con i destini dei calabresi.

Allora il Pd è costretto a guardarsi ancora intorno, mentre il tempo, irrimediabilmente stringe. «Per quanto mi riguarda – ha proseguito la Ferrara – è in quest’ottica che continuerò a lavorare, portando a termine il mio mandato in qualità di unica rappresentante calabrese in Europa. I cittadini della Circoscrizione dell’Italia meridionale mi hanno rieletto due anni fa per avere voce nel Parlamento europeo e qui ho sempre svolto la mia azione politica, mettendo in primo piano le problematiche riguardanti la Calabria» Insomma lei da Bruxelles non si muove. Chi candidare, allora?

Resta ancora un mistero. Il nome più gettonato è quello di Antonio Viscomi, deputato e paradossalmente già vicepresidente di quel Mario Oliverio che il partito non vuol nemmeno sentire pronunciare. Viscomi l’idea la sta accarezzando da tempo. Ha infatti costruito un asse politico con alcuni deputati del M5s (Riccardo Tucci su tutti) e il suo nome era già stato tirato fuori durante i famosi tavoli di gennaio di Stefano Graziano. Poi il commissario aveva di fatto sciolto i tavoli e indicato Nicola Irto. Il resto lo conosciamo tutti. Resta da capire se Viscomi davvero è pronto a questa avventura. In caso contrario resta l’elenco telefonico.

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