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Il segretario regionale del Pd, Nicola Irto

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COSENZA – Un dato è certo: comunque sia andata il centrosinistra è tornato a governare le principali città calabresi. Sotto questo aspetto si può capire la soddisfazione del segretario regionale del Pd, Nicola Irto, che giustamente parla di un nuovo inizio, della possibilità di creare una nuova classe dirigente a partire dai nuovi amministratori locali. Rivendicava, poi, il fatto di aver puntato su Catanzaro su una figura come Nicola Fiorita che pare la quintessenza di quel campo largo che Letta va predicando da sempre. Un modo quindi per lanciare la sfida al centrodestra alle prossime politiche.

Il punto è che il modo in cui è arrivata la vittoria non è assolutamente secondario. Nei commenti del post voto diversi esponenti del Pd hanno invocato il “modello Cosenza”, scorgendo delle affinità fra le due vittorie alle amministrative. In attesa di capire cosa si intenda con questa formula un po’ usurata (il dato politico? L’efficienza amministrativa?) la grande analogia che intravediamo di primo acchito è piuttosto l’harakiri del centrodestra a Verona come a Catanzaro. Nelle due città, infatti, i numeri sono eloquenti: un centrodestra unito avrebbe vinto al primo turno. A Catanzaro, poi, si è verificata una situazione particolare ovvero i gruppi di potere che per vent’anni hanno governato la città con Sergio Abramo, venuto meno lo storico sindaco non hanno trovato una condivisione sulla candidatura e si sono spaccati con un pezzo che si è ritrovato a sostenere Valerio Donato che non solo è uno che ha una lunga militanza politica prima nel Pci e poi nel Pd, ma che di questo partito per un certo periodo è stato anche candidato sindaco in pectore.

Tutto questo adesso apre il dilemma su come proseguirà l’esperienza amministrativa di Fiorita che si ritrova senza maggioranza in consiglio. Quei gruppi di potere riusciranno a condizionarlo o troverà un gruppo di responsabili per portare avanti senza tentennamenti il suo programma? Difficile dare una risposta oggi allora meglio spostare lo sguardo sul quadro complessivo. Dovendo fare una sintesi dell’attuale situazione del centrosinistra ad oggi ci pare che per il Pd dal punto di vista della rappresentanza sociale e politica sia cambiato poco o nulla. Il nuovo vento di cui pure si parla rischia di non sollevarsi. Soprattutto se ragioniamo in termini delle future Politiche.

E’ in grado il Pd di competere con il centrodestra soprattutto nei collegi uninominali? Non è semplicissimo e molto dipende dall’alleanza fra i democrat e quel che resta del MoVimento 5 Stelle che lo ricordiamo alle ultime politiche in Calabria ha fatto cappotto o quasi, arrivando al 43% dei consensi. Naturalmente tutte le ragioni che hanno portato cinque anni fa i calabresi a tributare ai grillini un vero e proprio plebiscito sono oggi venute meno o quasi.

Il punto è capire come intercettare quella valanga di voti che non pare siano andati finora al Pd. Se guardiamo i sondaggi, infatti, il partito di Letta non riesce a sbloccarsi dal 20% circa. Questo significa che quei voti o sono andati al centrodestra o sono finiti nel grande calderone dell’astensione che si è imposto prepotentemente anche in occasione di queste amministrative. Allora la vera sfida che aspetta Irto e i suoi è proprio quella di conquistare questa fetta di elettorato. Vanno bene i commenti entusiastici post voto, ma la strada è appena iniziata.

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