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Il porto di Gioia Tauro

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GIOIA TAURO – Il neo commissario governativo della Zes Calabria Maurizio D’Andrea avrebbe intenzione di istituire la sede ufficiale della Zes a Lamezia Terme. Conferme in questo senso arrivano sia dalla regione che da altri enti ma anche direttamente dallo stesso Commissario D’Andrea.

«Ho valutato che l’area logistica può centrale alla Zes sia quella di Lamezia terme, si tratta solo ed esclusivamente di una scelta geografica e sorgerà in area Corap» dice D’Andrea al Quotidiano del Sud «e non inciderà sul lavoro che abbiamo davanti. Il vero tema non è la sede ma il lavoro che occorre fare».

Scelta autonoma e da rispettare certo quella del Commissario d’Andrea, ma più di un dubbio resta e qui non si vuole assolutamente montare un altro caso di campanile. Ma crediamo che le sole ragioni “geografiche e logistiche” non bastino a giustificare la scelta soprattutto se in contraddizione su quanto recita il Piano Strategico della Zes Calabria che chiarisce subito un aspetto non secondario: «La Zes della Calabria, ai sensi del Dl 91/2017 e del Reg. Ue 1315/2013, è incentrata sul porto Core di Gioia Tauro ed è integrata con ulteriori aree della Calabria, a Gioia Tauro connesse sia da un punto di vista economico funzionale sia infrastrutturale, allo stato attuale o in quello di scenario tattico o strategico».

Insomma il cuore della Zes calabrese è Gioia Tauro con il porto più grande d’Italia da sfruttare come attrattore di investimenti e di strategie industriali e soprattutto con le potenzialità da sfruttare nel suo unico retro porto dove insiste l’area industriale più grande della Calabria, il pezzo più imponente della Zes Calabria: oltre 600 ettari che equivalgono ad oltre un terzo delle aree inserite nella Zes.

D’Andrea, invece sceglie in maniera diversa, dividendo il luogo di governo e di coordinamento dal luogo dove insiste il vero cuore della Zes Calabria. In controtendenza con la visione centrale del porto gioiese del Governatore Calabrese Roberto Occhiuto che si dall’inizio del suo mandato ritiene l’area del porto e quindi della Zes calabrese quella baricentrica e strategica dello sviluppo della Regione.

«Il progetto Zes per la Calabria si inquadra – recita ancora il Piano Strategico – come strumento di sviluppo sostenibile per l’import/export delle aree a vocazione industriale, strettamente connesse con le grandi infrastrutture di trasporto, in termini di incentivi, servizi, agevolazioni e semplificazioni amministrative. Il progetto Zes è inteso dal Governo Regionale come uno strumento per incentivare lo sviluppo di tutte le aree regionali a vocazione produttiva, estendendo le semplificazioni amministrative e tutte le accelerazioni lean dapprima avviate nella Zes alle aree non ricadenti in essa, ma con particolare vocazione produttiva, a partire dalle aree di crisi non complesse. L’elemento della semplificazione amministrativa è uno dei due cardini della Zes che deve essere sempre più inclusivo. Il risultato finale è un sistema regionale che, a partire dal porto Core e dal suo retroporto, collega i porti nazionali, gli aeroporti e le aree produttive retroportuali, ove presentino condizioni minime, a Gioia Tauro, rafforzando le relazioni economico funzionali già esistenti tra le aree e potenziando ulteriormente il nesso principale che lega le stesse aree a Gioia Tauro, con riverberi degli effetti estesi fuori dalla Zes».

Riverberi e processi che nascono dalle potenzialità ancora inespresse nell’area del retro porto di Gioia Tauro che viene ritenuto ancora una volta centrale e volano delle interconnessioni tra le aree Zes. La cabina di comando, dunque, di una qualsiasi nave che dovrà essere messa in mare, è, e resta la parte centrale delle attività di guida e di coordinamento della navigazione che ha mete ben precise non a caso si trova a prua che consente una visuale completa del viaggio e non altrove.

Così accade anche per chi si appresta governare forse una straordinaria occasione di sviluppo come la Zes la cui cabina di comando non può essere distante dal luogo dove la visione d’insieme consente di vedere gli obiettivi da raggiungere. Le azioni specifiche per la Zes la regione Calabria le indica nella Dgr 294/2015 “Misure straordinarie per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro Ddl per l’istituzione di una Zona Economica Speciale che rappresentò il primo intervento del Governo Regionale per l’istituzione della Zes e nella Delibera del Consiglio Regionale 52/2015.

Non a caso si specifica che «il Piano di Sviluppo Strategico della Zes, con nucleo a Gioia Tauro, ha recepito le azioni specifiche per la Zes della Calabria; azioni del Piano Regionale dei Trasporti; azioni del Defr 2018-2020; azioni della Legge urbanistica e azioni sulle attività del Suap». Nucleo Gioia Tauro, Zes Gioia Tauro ma con sede a Lamezia dove D’Andrea dice che «da lì è più facile raggiungere la Regione e dialogare con il Corap», queste le sue giustificazioni, che appaiono quantomeno discutibili per i motivi che abbiamo tentato di chiarire.

Insomma, un altro caso nel caso si apre e sarà foriero di polemiche che aggraverebbero anche i ritardi con i quali è partita la Zes calabrese. E, in Calabria dove tutto è emergenza, di tutto c’è bisogno tranne che di polemiche su scelte incomprensibili ed irragionevoli. A meno chè qualcuno non abbia consigliato al Commissario che è meglio allontanarsi da Gioia Tauro per ragioni “ambientali”. Ma se è così dovrà essere lui a certificarlo.

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