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L'aula del Senato

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LA manovra a tenaglia per la sanità calabrese, che ricorda una procedura di dissesto finanziario di un Comune, è servita. Il decreto Calabria, contenuto in un testo unico tra Nato e Aifa, passa al Senato con 86 voti favorevoli (compreso quello di Nicola Irto) e con qualche modifica.

La più importante riguarda il blocco dei pignoramenti e delle azioni esecutive fino alla fine del 2023 ad esclusione di quelli risarcitori e di lavoro. L’intervento è stato effettuato dopo che la sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto troppo lungo il blocco dei pignoramenti fino al 2025 stabilito nel precedente decreto.

La norma si innesta però su un altro passaggio del decreto Calabria, non emendato e passato anche in questa proroga di sei mesi che riguarda la circolarizzazione dei crediti dei fornitori. Il passaggio infatti prevede che “qualora i fornitori non diano risposta entro il 31 dicembre 2022 alla prevista circolarizzazione obbligatoria, il corrispondente debito si intende non dovuto”. Due norme che in pratica certificano una vera e propria procedura di dissesto della sanità calabrese. Sulla questione del blocco pignoramenti sono già attesi i ricorsi degli stessi attori che hanno portato alla sentenza della Corte costituzionale.

Nel nuovo “decretone” che adesso deve passare dalla Camera c’è anche la possibilità per Occhiuto di nominare i direttori generali delle aziende con procedura ordinaria, senza utilizzare le prescrizioni fino ad oggi in vigore per i commissari straordinari delle aziende. Commissari che entro 60 giorni, potranno anche essere dichiarati decaduti senza troppi giri di parole. E molti sono già in attesa della scure.

Il decreto dunque consegna poteri enormi al presidente-commissario che non avrà neanche l’obbligo di relazionare al Parlamento alla fine dei sei mesi né discutere in Aula sullo stato attuale del commissariamento. Gli emendamenti a riguardo sono stati bocciati. Sparisce anche il contributo di solidarietà di 60 milioni, di fatto già erogato e quindi non replicabile, mentre vengono prorogati i contratti di lavoro flessibile per i dipendenti Agenas che ora potranno essere anche trasferiti al dipartimento Salute della Regione.

Durante la discussione in Aula il senatore Mario Occhiuto in un passaggio ha anche ricordato le dimissioni dell’ex commissario Cotticelli dopo lo scandalo del piano Covid non approvato. Quel piano non c’è ancora oggi, a pandemia quasi finita e con Roberto Occhiuto commissario.

Nicola Irto invece, pur dichiarando voto contrario sull’emendamento del blocco dei pignoramenti ha dichiarato voto favorevole alla proroga. «Noi voteremo a favore della parte del decreto che riguarda la sanità calabrese – ha detto –  ma lo facciamo sebbene fino ad oggi non siano state attivate le norme in esso previste e nonostante abbiate negato anche la possibilità che ci fosse la relazione sullo stato di attuazione al Parlamento da parte del commissario». Nel frattempo tra pignoramenti bloccati la sanità si avvia ad una vera e propria procedura di dissesto.

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